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Chiesti 12 anni di carcere per Nicastri: il «re dell’eolico» siciliano in affari mafiosi con Arata

Concorso in associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni 

 

Chiesti 12 anni di carcere per l’imprenditore siciliano Vito Nicastri, detto il “re dell’eolico”. l Pm della Dda di Palermo Gianluca De Leo ha chiesto la condanna per i reati di associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni. Nicastri è stato coinvolto nell’inchiesta della Procura di Palermo su un giro di mazzette alla Regione che ha per protagonista Paolo Arata, ex deputato di Forza Italia ora vicino alla Lega. L’inchiesta ha un filone romano che riguarda il sottosegretario della Lega Armando Siri, accusato di corruzione.

Stando alle indagini della Direzione investigativa antimafia «sono stati acquisiti elementi di prova circa l’esistenza di un reticolo di società, tutte operanti nel mercato delle energie rinnovabili, facenti capo solo formalmente alla famiglia Arata, ma di fatto partecipate occultamente da Vito Nicastri, vero regista delle strategie imprenditoriali, considerato dal medesimo Paolo Arata “la persona più brava dell’Eolico in Italia”».

Secondo l’accusa dei pm di Roma, invece, «Armando Siri, senatore e sottosegretario di Stato presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, riceveva indebitamente la promessa di 30mila euro da Paolo Franco Arata, amministratore della Etnea srl, della Alqantara srl, dominus della Solcara srl e della Solgesta srl».  I magistrati, però, ritengono che il vantaggio diretto di questi provvedimenti sarebbe andato all’imprenditore Vito Nicastri, reale titolare delle aziende nonché ritenuto vicino al boss latitante Matteo Messina Denaro.

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