ITALIA

dall'

Solo notizie convalidate
[wpdts-weekday-name] [wpdts-date]

EDIZIONI REGIONALI

Solo notizie convalidate

EDIZIONI REGIONALI

Braccio di ferro con i frugali al Consiglio Ue. Conte: ‘Dobbiamo chiudere’

 

 

“Oggi proseguiremo perché dobbiamo fare di tutto per chiudere. Rimandare questa partita non giova a nessuno” in Ue. Lo dice il premier Giuseppe Conte al termine della seconda giornata di lavori del Consiglio europeo sul Recovery fund. Nulla di fatto? “Assolutamente sì: la partita è ancora aperta. Ci sono punti specifici su cui stiamo discutendo anche animatamente”. Lo dice il premier Giuseppe Conte al termine della seconda giornata di lavori del Consiglio europeo sul Recovery fund. Il confronto a tratti è “anche duro”.”Siamo tutti vincitori o siamo tutti sconfitti.Siamo tutti sulla stessa barca, non stiamo aiutando l’Italia ma consentendo a tutti di riparare i danni della pandemia: le economie sono integrate”. I leader si riuniranno di nuovo domenica a mezzogiorno. Lo scrive il portavoce di Charles Michel su Twitter.

Non è bastata una conversazione notturna, al bar dell’albergo, con Angela Merkel ed Emmanuel Macron. E neanche il vertice mattutino a cinque, presenti Pedro Sanchez e soprattutto Mark Rutte. Giuseppe Conte non riesce ad abbattere, nel negoziato europeo, il muro alzato dal primo ministro olandese, spalleggiato dal manipolo di Paesi frugali (Austria, Danimarca, Svezia, più la Finlandia). Non può accettare che, come Rutte pretende, un singolo Stato abbia il potere di bloccare l’erogazione dei fondi a un Paese che non attui le riforme. Perciò, per evitare che si acceleri verso un’intesa penalizzante l’Italia, decide di mettere sul tavolo tutte le sue armi. Dichiara di non essere disposto a rinunciare neanche a un euro, perché il negoziato è “molto importante per l’interesse degli italiani, ma anche degli europei”. E mette in discussione, nel bilancio pluriennale, l’aumento dei rebates, sconti cui L’Aja tiene molto e che nelle ultime proposte di mediazione sono addirittura aumentati. Oltre a lanciare un avvertimento, con un intervento che fonti italiane definiscono “molto duro”, davanti ai 26 colleghi europei: da lunedì bisognerà occuparsi di chi fa “dumping fiscale”, come l’Olanda, o “surplus commerciali”, come anche la Germania. Rutte chiede a Roma la riforma delle pensioni, a partire da quota 100, e del mercato del lavoro. “Noi – ribatte Conte – abbiamo deciso di affrontare, di nostra iniziativa, un percorso di riforme che ci consentano di correre ma pretenderemo una seria politica fiscale comune, per competere ad armi pari”.

Il Governo italiano ha avanzato una proposta per modificare il meccanismo che può bloccare l’erogazione in fase di attuazione dei fondi del Recovery fund. La proposta, spiegano fonti italiane, prevede che le decisioni vengano prese “a maggioranza qualificata e non all’unanimità”. Dall’inizio il premier Giuseppe Conte si è opposto alla richiesta di Mark Rutte di prendere le decisioni sui piani di riforma nazionali, in Consiglio europeo, all’unanimità.

Che il confronto con i paesi frugali sia duro l’ammette lo stesso premier Conte con un aggiornamento video in diretta da Facebook.

Conte: “È stallo, più complicato del previsto” –  “Siamo in una fase di stallo: si sta rivelando molto complicato, più complicato del previsto. Sono tante questioni su cui stiamo ancora discutendo che non riusciamo a sciogliere” afferma Conte. “Stiamo cercando e dobbiamo trovare una sintesi perché è nell’interesse di tutti – aggiunge – ma certo anche mantenendo bene le coordinate più importanti, a partire dal fatto che gli strumenti devono essere proporzionati alla crisi ed effettivi, cioè efficaci. La nostra risposta deve essere pronta, collettiva, solida, robusta”.

Fonti italiane, Rutte vuole l’unanimità, inaccettabile – Il primo ministro olandese Mark Rutte insiste con la richiesta che il via libera all’erogazione dei fondi del Recovery ai singoli Stati sia condizionata all’unanimità del Consiglio Ue: per l’Italia è una richiesta “inaccettabile”, che non permette di sbloccare un’intesa. Lo spiegano fonti italiane mentre è in corso la seconda giornata di lavori del Consiglio europeo.

Kurz, nessuna svolta ma direzione giusta  – “Non vi è stata alcuna svolta” ma “siamo avviati nella giusta direzione e questa è la cosa più importante”. Così il cancelliere austriaco Sebastian Kurz a margine del vertice Ue sul Recovery Fund e il bilancio. “Come ci aspettavamo, è una battaglia dura”, ha detto Kurz, sottolineando che ci sono ancora “molte cose” da discutere, tra cui “il volume totale” del Recovery Fund, “in particolare per le sovvenzioni, come garantire che i soldi siano usati bene” per “le riforme” e il rispetto dello “stato di diritto” per l’allocazione degli aiuti.

Frugali puntano i piedi sui sussidi – La Svezia, a nome di tutti e quattro i Paesi frugali (Olanda, Austria e Danimarca), al vertice Ue, ha presentato una posizione in cui chiede di non andare oltre i 150 miliardi di sussidi come dotazione massima per il Recovery Fund. Si apprende da fonti diplomatiche europee.

Prima della sospensione dei lavori il premier Giuseppe Conte ha svolto “un intervento molto duro”. Conte ha attaccato “l’approccio ben poco costruttivo con cui alcuni Paesi stanno affrontando la discussione, dimostrando scarsa consapevolezza sulla crisi epocale che l’Europa sta vivendo e sulla necessità di una pronta ed efficace reazione”.Quella del Consiglio europeo “è una discussione spartiacque perché da domani dovrà essere affrontata in tutte le sedi europee una riforma organica della politica fiscale europea”. Lo ha detto, secondo quanto si apprende, il premier Giuseppe Conte in Consiglio, nel dibattito sulla nuova proposta di Recovery fund. Conte è stato molto duro in particolare con i Paesi che vogliono riservarsi un veto sull’attuazione del budget che è inaccettabile giuridicamente e politicamente perché altera l’assetto istituzionale europeo”. “L’Italia ha deciso di affrontare, di sua iniziativa, un percorso di riforme che le consentano di correre ma pretenderà una seria politica fiscale comune, in modo da affrontare una volta per tutte surplus commerciali e dumping fiscali, per competere ad armi pari”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, a quanto riferiscono fonti italiane, nel suo intervento in Consiglio europeo. A chi chiede se Conte abbia voluto bocciare la nuova proposta di Michel, le stesse fonti rispondono che ha fatto un “discorso ampio”

IL PIANO DI MICHEL  Oltre alle riduzioni delle svvenzioni a fondo perduto, la proposta propone di dare ‘rebates’ (rimborsi)  più alti, di approvare una chiave di distribuzione modificata dei finanziamenti europei (60% dei fondi distribuiti in base a Pil e disoccupazione degli ultimi 5 anni, e il 40% in base al calo della crescita solo dell’ultimo anno) e l’introduzione di un ‘freno di emergenza’ sulla governance, con la possibilità per i Paesi di bloccare l’esborso dei fondi e chiedere l’intervento del Consiglio. Nella nuova proposta del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel  vengono aumentati i ‘rebate’, cioè i rimborsi (meccanismo correttivo della contribuzione al Bilancio) per Svezia, Danimarca e Austria. Si apprende a Bruxelles. Svezia e Danimarca ottengono 25 milioni in più rispetto alla precedente proposta, passando rispettivamente da 798 a 823 milioni, e da 197 a 222 milioni. All’Austria vanno 50 milioni in più, passando da 237 a 287 milioni. Risultano invariati invece i rebate per Germania e Olanda, rispetto alla proposta precedente di Michel. L’Italia però continua a difendere la centralità del ruolo della Commissione europea. “La proposta sulla governance presentata da Michel è un passo nella giusta direzione”: così fonti diplomatiche olandesi commentano il nuovo pacchetto sul tavolo del vertice Ue. Ma sottolineano come si tratti di un pacchetto, “e ci sono molte cose ancora da risolvere. Se ci riusciamo dipenderà dalle prossime 24 ore”.

 

 

 

Facebook