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Borse Asia pesanti con variante Delta e stretta in Cina

 

Nuova seduta difficile per le Borse asiatiche, che scontano i timori per gli impatti sull’economia della diffusione della variante Delta e la stretta regolatoria in Cina, a cui si aggiungono i malumori per la prossima riduzione degli aiuti da parte della Fed. I listini sono tutti in rosso, con quelli cinesi in affanno, mentre restano deboli anche i future su Wall Street e sull’Europa.

Tokyo ha chiuso in calo dell’1%, Seul arretra dell’1,2%, Hong Kong dell’1,8%, Shenzhen e Shanghai del 1,5% mentre Sydney ha contenuto il calo allo 0,05%.
Sui mercati si stabilizza invece la situazione delle materie prime, oggetto di forti cali che segnalano le preoccupazioni per una frenata dell’economia legata alla variante Delta, mentre il petrolio segna piccoli rialzi, con il wti che avanza dello 0,6%, poco sopra i 64 dollari al barile, e il brent che guadagna lo 0,5%, a 67,8 dollari. Poco mosso l’oro (-0,1%), a quota 1.787 dollari l’oncia.
I listini di Hong Kong e cinesi scontano il giro di vite di Pechino sull’industria privata, che ha visto l’ultimo capitolo nell’introduzione di regole più severe nell’utilizzo dei dati degli utenti da parte delle big tech, spingendo Alibaba (-6,8%) a toccare un nuovo minimo.
La variante Delta sta alimentando dubbi sulla possibilità di raggiungere l’immunità di gregge mentre l’economia cinese mostra segnali di rallentamento e la Fed si prepara a riporre nel cassetto il suo qe. La nuova Zelanda e Sydney hanno esteso i rispettivi lockdown, le interruzioni lungo la supply chain, in particolare di microchip e altri componenti, sta rallentando le attività dell’industria, con effetti sui grandi gruppi automobilistici, mentre cresce il numero delle società, come Apple, che rinviano il ritorno negli uffici.

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