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BISOGNI E DIRITTI DELLE DONNE CON DISABILITA’.

OGGI UN EVENTO FORMATIVO IN COMUNE ORGANIZZATO DA AST, COMUNE DI ANCONA E RETE CITTA’ SANE OMS. ESEMPLARE IL PROGETTO FIOR DI LOTO DI TORINO. ALLO STUDIO AD ANCONA UN PROGETTO DI AMBULATORI GINECOLOGICI DEDICATI

La disabilità viene prima della persona: agli occhi della società e di molti operatori sanitari le persone disabili sono ancora oggi considerate come una categoria a parte, asessuata, da proteggere e aiutare, sì, ma sostanzialmente da compatire. Questi pregiudizi e tabù riguardano principalmente le donne, che sono in percentuale più alta e che scontano ritardi nelle cure e nella prevenzione. Tuttavia esistono modelli avanzati in alcune città italiane, come quello del progetto Fior di Loto. Con lo scopo di fare conoscere queste buone prassi e di confrontarsi su questi temi si è svolto stamane nella sala consiliare del Comune un evento formativo su Sessualità, corpo e salute delle donne con disabilità: incontro di consapevolezza”.

Un incontro per acquisire consapevolezza – ha spiegato Manuela Caucci (nella foto) assessore a Servizi sociali, Welfare, Politiche dell’Integrazione e socio sanitarie e rapporto con aziende ospedaliere e sanitarie- come tappa di un percorso che permetta di garantire una medicina di genere più inclusiva, rendendo di fatto accessibili a più livelli- architettonico, comunicativo e sensoriale- i luoghi deputati alla cura delle donne e che consenta di creare una rete funzionale tra territorio-ospedale e Comune di Ancona”.

L’evento a cui hanno partecipato una settantina di persone tra educatori professionali, infermiere, medici, ostetrici, psicologi e assistenti sociali è stato organizzato dall’AST- Azienda Sanitaria Territoriale- Consultorio Familiare, dal Comune di Ancona e dalla Rete Città Sane OMS nella persona della dott.ssa Valeria Bezzeccheri (nella foto), medico chirurgo, specialista in Ostetricia e Ginecologia, referente del consultorio. A portare un saluto e una serie di considerazioni il Direttore del Distretto Sanitario di Ancona Franco Dolcini (nella foto).

Centrali le relazioni di Cristina Biglia e Alessia Gramai, (nella foto) rispettivamente specialista in Ostetricia e Ginecologia della ASL città di Torino e psicologa del terzo settore della Associazione Verba di Torino che hanno illustrato la filosofia del progetto- frutto della collaborazione tra pubblico e privato- che ha dato vita ad un ambulatorio ginecologico dedicato espressamente alle donne con disabilità: esse – hanno spiegato- vedono spesso negati i propri diritti e ciò avviene paradossalmente nelle strutture che dovrebbero essere impegnate a tutelarle e a curarle. L’impreparazione del personale sanitario e sociale nel quadro di una progettazione dei servizi che non punti al semplice abbattimento delle barriere e degli ostacoli architettonici, rappresenta in definitiva il punto di maggiore criticità: la preparazione all’incontro, all’ascolto, una mente sgombra da pregiudizi ed aperta alla comprensione sono elementi imprescindibili quando ci si avvicina ad un tema così importante. Da ricerche condotte è emerso che se oltre il 50% delle donne accede allo screening Pap Test, solo il 28% delle donne disabili ne beneficia; stesso dicasi per altre iniziative di prevenzione e controllo e questo purtroppo le rende ancora più vulnerabili al cancro e ad altre malattie.

Una sanità più inclusiva, dunque: lo ha raccomandato anche la giovane Marta Migliosi, (nella foto) nel raccontare la sua testimonianza. Componente della direzione nazionale UILDM, la ragazza ha ripercorso le difficoltà nell’approcciare servizi e ambulatori rispetto alle sue coetanee. La sessualità -al centro di un altro intervento al convegno- resta a tutt’oggi un tabù quando invece è un diritto, come tutti gli altri.

Arricchendosi di questi contributi odierni potrà prendere forma una proposta progettuale avviata nell’agosto 2022 che riguarda l’accessibilità degli ambulatori ginecologici del territorio di Ancona, individuando non solo sedi e modalità (I e II livello) ma anche percorsi formativi per aumentare la consapevolezza nel personale sanitario sui bisogni e i diritti delle ragazze e donne con disabilità e favorire la prevenzione. Quello di oggi -ha sottolineato la dott.ssa Bezzeccheri- è stato un secondo step in quella direzione.

Il corso è accreditato in Educazione Continua in Medicina per le professioni di educatore professionale, infermiere, medico, ostetrica, psicologo (5 crediti ECM). Nonché per gli assistenti sociali.

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