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Azione Cattolica, l’urgenza di cercare un nuovo modello di sviluppo

 

Appello dell’Azione Cattolica per “un’autentica conversione“. Che “ci chiede di cercare, tutti insieme, un nuovo modello di sviluppo. Più inclusivo e sostenibile”. L’intervento introduttivo del presidente nazionale dell’Azione Cattolica ha aperto a Roma i lavori del Convegno dei presidenti e assistenti unitari diocesani. Giuseppe Notarstefano ha convocato alla Domus Mariae il primo appuntamento associativo in presenza dopo i mesi della pandemia.

Tre giorni per definire gli impegni dell’Azione Cattolica nel triennio 2021-2024. Dopo l’ assemblea nazionale di fine aprile. E la nomina della nuova presidenza nazionale. “Passiamo all’altra riva” è il titolo del convegno. Accompagnato dai verbi contemplare. Sperare. Prendersi cura. Con l’intenzione dell’Azione Cattolica di rimboccarsi le maniche. E ripartire insieme al Paese. Fortemente incoraggiata a vivere la propria corresponsabilità associativa. Al servizio della Chiesa. E pienamente coinvolta nel cammino sinodale. Che vede l’associazione protagonista nelle diocesi d’Italia.

L’Azione Cattolica è “consapevole del tempo che abbiamo di fronte“. Una fase di “trasformazione della vita sociale ed ecclesiale”. In cui serve “la postura agile e perseverante del pellegrino“. Immagine da sempre “cara alla vita spirituale del cristiano”. Il carico deve essere necessariamente essenziale e leggero. Con il “giusto desiderio di raggiungere la meta“. Senza che ciò prevalga sul “gusto del camminare e di farlo insieme a tanti altri”. Cercando di stare “al passo con gli ultimi”. La transizione in atto ha una “forte matrice ecologica“. E, secondo Giuseppe Notarstefano, richiede una profonda rielaborazione culturale e sociale. Degli stili di vita e delle prassi quotidiane. Così come anche delle forme organizzative. E dei meccanismi istituzionali.

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