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Asl: nessun allarme tubercolosi tra i profughi del ex Moi

Non risulta esserci uil pericolo di un’epidemia di tubercolosi tra i profughi del ex Moi.

Sono stati individuati cinque casi di tubercolosi tra i migranti che occupano l’ex Moi, il villaggio olimpico di Borgo Filadelfia.

Tuttavia, non c’è l’emergenza epidemia per gli altri abitanti del quartiere Lingotto. La notizia è stata diffusa dalla Asl ieri pomeriggio.

«L’Asl Città di Torino è già da tempo presente e attiva, nei confronti della Comunità insediata nell’ex Moi, attraverso un ambizioso progetto, che prevede, tra l’altro, una importante collaborazione con l’organizzazione Medici Senza Frontiere. Sui cinque casi di tubercolosi, sono già state attivate tutte le misure di sorveglianza conseguenti. Presa in carico dei loro contatti stretti e conseguente trattamento di profilassi, con piena adesione dei soggetti coinvolti».

L’anno scorso, in tutto il Piemonte sono stai registrati 359 casi di tisi. Solo il 10% di questi casi erano migranti. Valerio Fabio Alberti, direttore generale Asl ha precisato: «Non è al Moi che queste persone hanno contratto la malattia. Soprattutto il caso più importante, che presenta uno stato avanzato di Tbc, è arrivato in via Giordano Bruno in tempi decisamente successivi all’insorgere dei primi sintomi. Prima di Torino, ha vissuto in diverse città europee».

Davide Ricca, presidente della Circoscrizione 8 ha dichiarato: «È la conferma, se ancora ce ne fosse il bisogno, che al Moi stanno continuando ad arrivare nuovi stranieri».

«L’abbiamo detto fin dall’inizio: a ogni spazio sgomberato doveva seguire uno sbarramento. Un muro che impedisse nuove occupazioni, abusive e pericolose. Così non è stato per i sotterranei. Stanno infatti tornando ad essere dormitori. Così non è stato per gli spazi raggiunti dagli ultimi incendi e, proprio per questo, giudicati inagibili. In questo modo il Moi rischia di diventare il simbolo delle occupazioni fuori controllo».

 

 

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