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Arte, gip dispone la confisca dell’Atleta vittorioso di Lisippo

La statua è attualmente custodita al Getty Museum di Malibù in California

Il giudice dell’Esecuzione del Tribunale di Pesaro ha rigettato l’opposizione dei legali del Getty Museum di Malibù in California contro la confisca della statua dell’Atleta Vittorioso, attribuita allo scultore greco Lisippo. La magistratura italiana, infatti, ha riconosciuto che l’Atleta di Fano è stato contrabbandato illegalmente dall’Italia e che la Fondazione Getty, che lo aveva acquistato nel 1977 per 4 milioni di dollari, aveva ben chiaro all’atto dell’acquisto che la provenienza del prezioso bronzo era italiana. La statua di bronzo del IV secolo a.C attualmente nel nuovo allestimento del Getty. Del caso si era occupato recentemente Duilio Giammaria, conduttore della trasmissione Rai “Petrolio”, che il 6 giugno aveva intervistato il direttore del Getty Museum, Timothy Potts, e ricostruito come la statua fossa stata contrabbandata e arrivata dall’altra parte del mondo, a Malibù, senza alcun attestato legale di esportazione.

La storia

La scultura bronzea, attribuita al grande artista greco Lisippo, era stata ripescata nel 1964 da un peschereccio al largo di Fano. Dopo varie “presenze”  nei musei di Gubbio, Londra, Monaco di Baviera (1971-1976) era ricomparso nel 1977 nella collezione del museo americano Getty. Il museo aveva acquistato la statua per quasi 4 milioni di dollari, una delle statue più pagate della storia. Attualmente il valore della stessa si aggira intorno ai 16 milioni di dollari.

La pronuncia del gip

La magistratura di Pesaro per la terza volta ha disposto la confisca della statua “ovunque si trovi”. Nell’ordinanza di 50 pagine a firma del gip Giacomo Gasparini, si legge che la scultura è stata trafugata ed esportata illegalmente. Dunque non poteva essere venduta. Era stata pescata in acque territoriali e comunque appartiene allo Stato italiano perché l’imbarcazione da pesca “Ferruccio Ferri” era di Fano. I precedenti pronunciamenti della magistratura pesarese risalgono al 2009 e al 2013, su richiesta della Procura, rappresentata dal pm Silvia Cecchi per la confisca del bronzo in quanto bene inalienabile dello Stato e oggetto di trafugamento. Per due volte però il museo americano ha ottenuto l’annullamento dei pronunciamenti per vizi procedurali e, nonostante anche un intenso lavoro diplomatico di scambi e restituzioni, ha trattenuto la statua. Ora il Getty Museum puo’ ricorrere in Cassazione oppure restituire l’opera, ipotesi a cui il museo americano, per altro, ha sempre opposto resistenza in tutte le sedi.

L’inchiesta di Petrolio

Duilio Giammaria aveva intervistato il direttore del Getty Museum, Timothy Potts, mettendolo di fronte «alle incoerenze della storia e alla scarsa credibilità del ripescaggio in acque internazionali come scusa per non riconsegnare l’opera all’Italia». Secondo Giammaria, «la decisione del giudice che dispone la confisca di questa opera d’arte unica al mondo è il risultato del lavoro congiunto di tutte le istituzioni italiane che hanno lavorato per ottenere questo risultato: i Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio, guidati dal generale Fabrizio Parrulli, il MiBact, l’associazione “Cento Città di Fano”, l’avvocato Lorenzo D’Ascia dell’Avvocatura di Stato, che insieme alla Procura di Pesaro ha difeso il diritto italiano sulla scultura. Un successo del sistema Italia, a cui noi abbiamo dato un contribuito ma che soprattutto la Rai con “Petrolio” ha illuminato». «Questo successo dimostra che il giornalismo d’inchiesta non è finito», conclude il conduttore.

Il premio Rotondi a Maurizio Fiorilli

Proprio oggi, è stato consegnato il premio Rotondi ai salvatori dell’arte’, nella sezione ‘Mondo’, a Sassocorvaro, all’avvocato dello Stato Maurizio Fiorilli che si è battuto per il rientro della statua ‘L’Atleta Vittorioso’ di Lisippo, una piacevole coincidenza con il nuovo ordine di confisca disposto da parte del Tribunale di Pesaro. «Questa pronuncia – ha commentato Fiorilli – conferma le precedenti sentenze e dimostra l’alta professionalità e sensibilità dei magistrati. Come avvocato dello Stato ho seguito il processo, che presenta una grossa complessitàsul piano giuridico. Auspico che questo prezioso reperto ritorni a Fano perché l’intendimento dell’Avvocatura dello Stato è sempre stato quello della ricontestualizzazione. A suo tempo il Comune – ha concluso Fiorilli – Fano aveva previsto di dedicare, all’interno del Museo Archeologico, una sala proprio al Lisippo».

A cura di Giovanni Cioffi

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