California (USA) – Anche la piattaforma di Blogger accetta adotta la politica della censura dei contenuti sulla base del Paese dove vengono visualizzati. Un nuovo duro colpo alla libertà di pensiero e di parola arriva dal colosso americano di Google che possiede il servizio di hosting. La piattaforma gratuita utilizzata dagli internauti per realizzare il proprio blog ha ceduto alla richiesta di alcuni Stati di poter oscurare determinati indirizzi contenenti materiale giudicato “non idoneo”.
La notizia attende ancora la conferma ufficiale di Google ma le perplessità sono molte visto che un altro colosso americano, Twitter, ha già deciso di adottare la particolare forma di censura.
In pratica, su richiesta di un Governo, il gigante del Blog potrebbe rendere invisibile il blog contenente frasi o parole giudicate offensive o non in linea con religione o pensiero politico.
La Rete internazionale dei Blogger sta lanciando proteste e organizzando una sorta di resistenza ma è chiaro che la decisione presa da un'azienda privata non può essere messa in discussione.
Restano le accuse degli Internauti di aver ceduto alle pressioni di Paesi come la Cina in cui la libertà di pensiero non è ancora “gradita” al Governo centrale.