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Appalti pubblici: tre arresti e numerosi indagati a Matera

Tre misure cautelari domiciliari nei confronti di Francesco Paolo Gravina, ex dirigente dell’Ufficio Opere Pubbliche del Comune di Matera, Domenico Pietrocola, ingegnere dell’Area Tecnica della Provincia, e Tommaso Di Bari, ingegnere libero professionista.
E’ quanto ha disposto il Gip del Tribunale di Matera su richiesta della Procura della Repubblica a conclusione di indagini ritenendo gli indagati responsabili di aver condizionato le procedure per l’affidamento di incarichi ed opere pubbliche.
Il Gip ha emesso anche 3 misure interdittive della sospensione dell’esercizio di pubblico ufficio per dodici mesi nei confronti di altrettanti dipendenti dell’Ufficio Opere Pubbliche del Comune di Matera; e disposto il sequestro preventivo di circa 290.000 euro considerati il profitto/prezzo dei reati ipotizzati.

Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Matera, sono state svolte dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziario della Guardia di Finanza di Matera.
Le investigazioni, allo stato nella fase delle indagini preliminari e pertanto da confermare nelle opportune sedi processuali (per cui al momento vige la presunzione di innocenza), hanno consentito di rilevare plurime anomalie nelle procedure attuate da dirigenti apicali dell’Ufficio Opere Pubbliche del Comune di Matera e dell’Area Tecnica della Provincia di Matera, nell’affidamento di incarichi e nella predisposizione di una serie di atti propedeutici alle successive gare di appalto di rilevanti opere pubbliche.

Le progettualità interessate riguardano una serie di importanti opere pubbliche, per un valore stimato di oltre 20 milioni di euro, tra le quali si evidenziano: la nuova tangenziale ovest, la riqualificazione di Piazza della Visitazione con annesso parcheggio interrato, la costruzione della nuova scuola Torraca, la realizzazione della casa della tecnologia ed ulteriori interventi pubblici quali la riqualificazione della edilizia scolastica di competenza comunale ed il nuovo Teatro Duni.

L’attività oggetto delle investigazioni ha permesso di individuare un accordo tra Pubblici Ufficiali con un libero professionista materano, il quale di fatto costituisce il reale estensore delle progettualità preliminari in questione e nesso di collegamento tra le diverse parti interessate al pactum sceleris; le progettualità venivano poi falsamente attestate come promananti dall’Ufficio Opere Pubbliche del Comune di Matera.

Le fasi di “condizionamento” delle procedure connesse agli interventi in questione passavano attraverso l’affidamento di incarichi a studi professionali esterni, in realtà individuati dal libero professionista che per la sua attività di intermediazione riceveva, a sua volta, un ritorno finanziario dagli studi professionali aggiudicatari degli incarichi, o comunque stabiliva accordi in tal senso; “dall’allattamento” di una serie di esponenti politici in carica nel Comune di Matera al fine di comprare il loro consenso, in Consiglio comunale ed in Commissione, affinché fossero approvate le progettualità de quibus, mediante l’affidamento o la promessa di incarichi pubblici a soggetti segnalati dai consiglieri stessi; l’interessamento di professionisti nel settore giuridico (avvocati), sia mediante la nomina di soggetti collegati agli stessi, con i quali dividere i compensi attribuiti per l’incarico, sia direttamente con lo scopo principale di risolvere alcune criticità nella predisposizione del capitolato d’appalto nella direzione voluta dai promotori; attraverso il coinvolgimento di soggetti potenzialmente utili alla finalizzazione del progetto criminis teso al sostanziale aumento del valore di un immobile, rispetto alle valutazioni effettuate dall’Agenzia del Demanio, da destinare all’intervento denominato “I luoghi del silenzio”, poi acquistato dal Comune di Matera, ed a un prezzo maggiorato, poiché offerto in vendita da un esponente politico; all’individuazione di studi professionali, in particolare ingegneri e geologi, sempre rientranti nell’ambito dello stretto cerchio di persone di fiducia a cui affidare i diversi incarichi professionali, aggirando le corrette procedure prescritte dal codice degli appalti, coinvolgendo diversi R.U.P. (Responsabili Unici Procedimento) e pubblici dipendenti nei cui confronti veniva ipotizzata la falsificazione di atti e documenti posti a base delle determinazioni dirigenziali di affidamento; all’ideazione di un preciso percorso che prevedeva l’appalto integrato quale oggetto dei bandi di gara, la redazione ad opera di professionisti compiacenti della progettazione esecutiva da “vendere” ai già individuati imprenditori che avrebbero poi partecipato agli appalti stessi con un esito ab origine condizionato atteso l’affidamento alla Stazione Unica Appaltante della Provincia di Matera delle procedure di scelta del contraente con il precipuo fine di ecclissarsi e di non comparire come attori principali nelle predette procedure.
Dalle indagini sono emerse ipotesi di reati anche nei confronti di altre 90 persone attualmente indagate.

  1. il procedimento penale è nella fase delle indagini preliminari e dunque si tratta di ipotesi ancora tutte da dimostrare nell’eventuale sede dibattimentale.
  2. I fatti accertati dalla Procura della Repubblica rappresentano solo il primo “step” dell’inchiesta a carico degli indagati e che, pertanto, non esiste alcuna pronuncia di colpevolezza e le persone risultate indagate devono essere considerate innocenti fino al definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile di condanna, in quanto potrebbero dimostrare, nelle successive fasi, anche processuali, la loro eventuale estraneità alle ipotesi contestate.

Pertanto, le ipotesi investigative delineate in precedenza, sono state formulate nel rispetto del principio della presunzione d’innocenza delle persone sottoposte ad indagini.

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