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Aiuti quater, Governo Meloni dice addio alla decarbonizzazione. Greenpeace: «Fatto grave, possibili conseguenze sui fondi del PNRR?»

«Mentre l’attenzione di chi segue le tematiche ambientali ed energetiche è focalizzata sul famigerato articolo 4, il cosiddetto “Sbloccatrivelle” contenuto nel decreto Aiuti Quater e pubblicato nelle scorse ore in Gazzetta Ufficiale, rischia di passare in secondo piano una piccola, rivelatrice, modifica che compare nel comma 1 all’articolo 6 dello stesso decreto, che tratta di “qualcosa” che ha a che fare con il Ministero della Difesa. La parola “decarbonizzazione” viene infatti sostituita dal termine “ottimizzazione”. Che comporta questo cambio? E quale ricaduta pratica potrebbe avere questa scelta lessicale sul PNRR? La Commissione Europea è al corrente del fatto che in Italia il sistema energetico non dovrà più essere decarbonizzato ma “ottimizzato”?». È quanto chiede Alessandro Giannì, Direttore delle Campagne di Greenpeace Italia, commentando il provvedimento dl governo Meloni.

Non è infatti ancora chiaro come ciò possa impattare sul piano presentato all’Unione Europea, in cui termini come “decarbonizzare” e simili sono citati 24 volte. Almeno due delle Missioni del Piano (M2, Rivoluzione verde e transizione ecologica, e M3, Infrastrutture per una mobilità sostenibile) per un totale complessivo di 101,39 miliardi di euro (fondi PNRR, React EU e Fondo complementare) si basano palesemente su obiettivi di decarbonizzazione. Ad esempio, la componente M2C2 (Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile, finanziata con 23,78 miliardi di euro si basa su questa premessa, dove a pagina 133 si legge: “L’obiettivo di questa componente è di contribuire al raggiungimento degli obiettivi strategici di decarbonizzazione attraverso cinque linee di riforme e investimenti, concentrate nei primi tre settori.”.

«Intervenendo solo pochi giorni fa al vertice sui cambiamenti climatici di Sharm El-Sheik (COP27), Meloni ha dichiarato al mondo intero che l’Italia farà la sua parte per il clima. Ma in che modo? Aggravando la crisi climatica in corso?», continua Giannì. «Puntare su trivelle, rigassificatori e depositi di gas vuol dire ignorare gli urgenti appelli della comunità scientifica, che ci invita ad abbandonare al più presto i combustibili fossili, per  continuare a favorire le solite compagnie fossili, che stanno macinando extraprofitti miliardari, mentre le persone subiscono gli impatti dei cambiamenti climatici e faticano ormai anche a pagare le bollette».

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