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AD OCCHI APERTI E PER FATTI CONCRETI

raffaeleavallone.blog

Nessuna guerra scoppia per caso e quindi nessuna guerra è inevitabile, neanche quella in Ucraina. Il problema è che l’umanità è carente di una cultura della pace, quindi fa fatica a concepirla, se non dopo che la guerra è scoppiata e quando i cocci si sono ormai rotti.

Attualmente si stanno combattendo 59 guerre nel mondo e ovunque si segnalano atrocità, perché le guerre si somigliano tutte, non ci sono guerre gentili.

I crimini di guerra russi non sono affatto diversi da quelli commessi dagli americani, come si vuole far credere. Julian Assange dovrà probabilmente scontare 175 anni nelle carceri americane solo per aver pubblicato documenti che provano i crimini di guerra commessi dagli Stati Uniti.

E l’Europa tace.

Sulla guerra in Ucraina c’è chi sostiene che c’è un aggressore ed un aggredito e che l’Ucraina è libera di scegliere da che parte stare, per cui se Zelensky ha deciso di stare nella Nato, Putin deve farsene una ragione ed accettare anche di avere i missili americani sotto casa.

C’è chi (e tra essi Papa Francesco) ritiene invece che gli Stati Uniti abbiano approfittato della volontà dell’Ucraina di entrare nella Nato per provocare la Russia (abbaiando ai suoi confini come dice il Papa) per poi indebolirla sul piano interno e ridimensionarla su quello internazionale.

Quale è la verità?

Papa Francesco dice che non ci sono buoni e cattivi, che non c’è solo il bianco e il nero, ma anche il grigio. Ed ha ragione.

Sono passati oltre tre mesi e possiamo finalmente ragionare non più per appartenenze ideologiche ma per fatti concludenti. Possiamo cioè capire chi uscirà davvero vincitore o perdente da questa guerra.

Indubbiamente perderà l’Ucraina sulla cui terra la guerra è stata combattuta, con milioni di sfollati, migliaia di morti, edifici distrutti, una nazione da ricostruire economicamente, socialmente e umanamente.  L’Ucraina ha subito i danni come quelli dei barili che si rompono quando gli asini (USA e Russia) litigano. Purtroppo gli ucraini questo lo capiranno troppo tardi.

Certamente perderà anche la Russia, con ancora più morti e feriti e un arsenale bellico fortemente ridimensionato. Le sanzioni occidentali hanno colpito con ferocia non solo l’economia russa ma i russi in quanto popolo, con i suoi atleti, intellettuali, artisti vivi o morti: un vergognoso genocidio culturale ed un’umiliazione che non ha precedenti nella storia recente dell’umanità.

Perderà l’Europa uscita solo apparentemente più compatta per iniziale inerzia emotiva, mentre sono già evidenti i segni di una profonda divisione ideologica interna che esploderà quando gli esiti disastrosi di questa guerra imporranno scelte economiche dolorose che non tutti vorranno accettare.

Perderemo noi italiani (ed in parte anche i tedeschi), costretti a cercare altrove le forniture energetiche ed alimentari ad un prezzo più alto. Rischiamo di passare il prossimo inverno al freddo e con i prezzi dei beni di prima necessità alle stelle.

Lo spread è già salito e salirà ancora facendo aumentare il costo degli interessi sul debito pubblico. Se la BCE non interverrà per acquistare i nostri titoli di Stato, come ha fatto in passato, siamo fritti.

Di certo aumenteranno le rate di mutui e prestiti bancari per famiglie ed imprese. E saranno cavoli.

L’inflazione è salita e salirà ancora di più riducendo il potere d’acquisto di stipendi e pensioni, per cui le famiglie non arriveranno a fine mese. E saranno altri cavoli.

Il calo di consumi farà il resto. Molte aziende chiuderanno e licenzieranno i loro dipendenti, che resteranno disoccupati. Lo Stato dovrà allora intervenire erogando sussidi. Il problema è che le risorse non ci sono per cui sarà costretto ad aumentate le tasse costringendo così anche quelle poche aziende rimaste in piedi a chiudere anch’esse. E così i cavoli si moltiplicheranno.

Alla fine l’Europa, dopo avere imposto in maniera così compatta e solerte le sanzioni a Putin, passerà a sanzionare l’Italia, imponendole il rispetto di nuovi parametri comunitari che il nostro Paese ha sempre fatto a fatica a rispettare. Non aggiungo altro.

Certamente hanno vinto gli Stati Uniti e vi dico perché:

1– Hanno indebolito la Russia come superpotenza militare spingendola tra le braccia della Cina, togliendo di fatto all’Europa un importante possibile alleato.

2– Hanno indebolito politicamente ed economicamente l’Europa lasciandola rosolare tra divisioni interne, problemi energetici e alimentari. La necessità di creare un esercito europeo costringerà gli Stati membri ad aumentare le proprie spese militari, mentre diminuiranno quelle della Nato che oggi pesano in gran parte sul bilancio statunitense (facendo così contento Trump).

3- Possono dedicare maggiori risorse militari ai problemi dell’indopacifico (vedi Taiwan e il possibile conflitto con la Cina che prima o poi scoppierà e saranno dolori);

4– Non hanno subito perdite militari, né hanno dovuto affrontare il problema dell’accoglienza dei profughi ucraini che grava tutto sull’Europa.

5- Hanno fatto in definitiva il mestiere che hanno sempre fatto, ossia quello di fare le guerre, direttamente o indirettamente, in tutto il mondo, per 226 dei 246 anni della loro storia. A tacer d’altro.

Hanno stravinto  i costruttori di armi che stanno realizzando profitti insperati.

Ha vinto infine l’ipocrisia.

Solo oggi ci indigniamo per le atrocità della guerra dimenticando quelle del Vietnam, di Belgrado, dell’Afghanistan, dell’Iraq, della Siria e della Libia. Americani ed alleati hanno usato bombe a grappolo, al fosforo e al nepalm. Mentre abbiamo vietato alla Russia di organizzare la gara di F1 l’abbiamo invece consentita all’Arabia Saudita che da sette anni massacra lo Yemen con bombe al neutrone, facendo 4 milioni di sfollati e provocando una crisi umanitaria senza precedenti, senza che nessuno, nemmeno l’occidente democratico e pacifista s’indigni.

Ed allora, cari filorussi, cari filo americani, cari filoucraini o filo chi vi pare, aprite gli occhi. Questa è la realtà. Non è cinismo, ma realismo. Soprattutto non è giusto illudere Zelensky di poter vincere una guerra che non può vincere. A meno che non si voglia arrivare ad una guerra atomica mondiale.

Raffaele Avallone

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