Lo “tsumani” provocato dal coronavirus si fa sentire anche, soprattutto, su chi prima dell’emergenza aveva già difficoltà economiche. La dimostrazione sono le lunghe file che si notano quotidianamente fuori dagli enti e dalle associazioni che si occupano di beneficenza e supporto alle fasce di popolazione più fragili e povere, con conseguenze anche sulle norme anti-contagio.
L’evento
L’ennesima dimostrazione martedì mattina in piazza della Lepre, dove le tantissime persone che si sono presentate per ricevere i pacchi alimentari distribuiti dentro Palazzo Grimaldi Dinegro hanno formato una lunga coda che si è rapidamente trasformata in un assembramento. Decine le persone, tutte vicine, riunite nella piccola piazza davanti al portone, alcune con la mascherina, altre senza. A poco sono servite le linee tracciate sul selciato per invitare a mantenere le distanze di sicurezza, e così, anche su segnalazione dei residenti, sul posto è arrivata una pattuglia della polizia Locale per disperdere i presenti e farli allontanare, stessa pattuglia che dovrebbe mantenere l’ordine anche durante gli assembramenti dei giornalisti ma che in realtà si limita solo a controllare e non allontanare, ma questo è un’altro discorso.
Le difficoltà economiche
La consegna dei pacchi alimentari, come confermato anche dalla comunità di Sant’Egidio, nelle scorse settimane è aumentata esponenzialmente, complici le difficoltà economiche di persone che, in tempi precedenti al lockdown da coronavirus, pur in difficoltà riuscivano quantomeno a barcamenarsi per racimolare qualche soldo. E proprio da Sant’Egidio era arrivato l’allarme: «La vera emergenza sociale si verificherà quando il lockdown si allenterà».