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Tribunale di Firenze: “Conciliare vita lavorativa e familiare è un diritto”

Il tribunale di Firenze ha sancito che conciliare la vita familiare e quella lavorativa è un diritto che il datore di lavoro deve garantire.

Dal momento che lo ha violato, l’Ispettorato del lavoro di Firenze è stato condannato con una sentenza che riconosce proprio la conciliazione vita-lavoro un vero e proprio diritto soggettivo. Si tratta di un unicum in materia giuridica.

Una sentenza precursore rispetto all’obbligo imposto dalla recentissima Direttiva europea che introduce l’equilibrio fra attività professionale e vita familiare, imponendo a tutti gli Stati membri di adeguarvisi entro il 2020.

La Consigliera di parità Regione Toscana Maria Grazia Maestrelli ha commentato: “La sentenza conferma una situazione che il mio ufficio denuncia da anni riguardo agli effetti negativi della mancata concessione delle misure di conciliazione vita-lavoro e il pregiudizio che di conseguenza sono costrette a subire le lavoratrici madri, purtroppo di sovente, costrette per tale ragione ad arrendersi ad un obsoleto retaggio culturale che impone alle donne di scegliere fra la famiglia e il lavoro.

È prioritario che chi ha il compito e l’obiettivo di adoperarsi per l’affermazione dei principi di parità, pari opportunità e non discriminazione in ambito lavorativo sia per primo in grado di conoscere e riconoscere quali sono e devono essere le buone prassi organizzative da mettere in atto affinché le garanzie richieste dalla legge trovino riscontro efficace nelle condizioni di lavoro.

Fa specie constatare che sia proprio l’Ispettorato del lavoro a non esser stato capace di adottare al suo interno quelle risapute ed elementari misure, segnatamente per la famiglia e per le pari opportunità, che servono ad assicurare una migliore conciliazione dei tempi vita-lavoro, in particolare alle madri lavoratrici”.

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