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Nesso tra vaccini e malattia? L’accertamento spetta al giudice

Mentre in Italia continua la discussione accesa sulla vaccinazione obbligatoria, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso un’importante sentenza, pubblicata il 21 giugno, sul nesso tra vaccini e patologie, che fornirà nuovo stimolo alle discussioni. Nel caso concreto, un cittadino francese malato di sclerosi multipla (morto nel corso dello svolgimento del processo), ha chiamato in causa un gruppo farmaceutico produttore del vaccino contro l’epatite B.

Con la sentenza, la Corte di Giustizia ha tentato di rispondere a un quesito che spesso viene presentato anche nelle aule dei tribunali nazionali, ovvero se si possa accertare che una malattia sia stata provocata da un vaccino. La Corte di Giustizia ha chiarito che, in mancanza di consenso scientifico, il nesso tra malattia e vaccino dovrà essere provata mediante indizi gravi, precisi e concordanti. Tra questi, deve emergere il legame temporale tra la somministrazione del vaccino e l’l’insorgenza della patologia. Dovrà, inoltre, essere dimostrata l’assenza di precedenti in famiglia e l’esistenza di un numero significativo di casi analoghi. I giudici della Corte di Giustizia hanno rilevato che non ammettere altra prova se non quella medica avrebbe reso praticamente impossibile dimostrare la responsabilità del produttore, nella palese violazione dell’obiettivo dell’Unione Europea di tutelare la sicurezza e la salute dei consumatori e garantire una giusta ripartizione dei rischi inerenti alla produzione tecnica moderna tra danneggiato e produttore.

“Nella sentenza si chiarisce che non è possibile individuare un metodo per provare automaticamente l’esistenza di un nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e l’insorgere della malattia, seppure in presenza di indizi che farebbero presumere tale connessione. Al contempo, i giudici europei hanno chiarito che non possono essere considerati gli argomenti presentati dalla difesa per fornire una spiegazione plausibile del danno. In sostanza, spetterà al giudice nazionale accertare la sussistenza del danno e il suo nesso con la vaccinazione somministrata”, ha chiarito Maria Francesca Ciriello, Dottoressa in Diritto e amministrazione pubblica.

 

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