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Valeria è tornata nella sua Venezia

VENEZIA – Torna a casa Valeria, accolta dalla laguna che l'ha vista, bambina, adolescente e poi donna, spiccare il volo verso la felicità della vita, verso la consapevolezza concreta di essere una giovane capace, volenterosa, curiosa di conoscere, con il desiderio di mettere la propria intelligenza a servizio del sapere e degli altri. Il liceo “Benedetti”, la laurea in Demografia a Trento, Nantes, sempre per motivi di studio, e poi Parigi, il dottorato in una delle università più prestigiose del mondo, la Sorbonne, dove si era distinta per essere una mente brillante: un dono di Venezia e dei signori Solesin all'Italia, all'Europa e al mondo. Valeria: una giovane donna del XXI secolo, cosmopolita, indipendente, padrona del proprio futuro e di quei valori che la Francia, la patria che lei aveva eletto, sopra ogni cosa ha insegnato al mondo, la libertà, l'uguaglianza e la fratellanza. Valeria: un microcosmo della Generazione Bataclan. La salma di Valeria è tornata ieri mattina con un volo di stato su cui hanno viaggiato il papà, Alberto Solesin, la mamma, Luciana Milani, il fidanzato, Andrea Ravagnani, la sorella di Andrea, Chiara e il fidanzato di lei, Stefano Peretti. I ragazzi sono stati subito interrogati nell'ambito dell'indagine aperta dal procuratore aggiunto, Adelchi D'Ippolito, per ricostruire le dinamiche dei fatti in cui la ragazza ha perso la vita. Ed emerge una verità intima, dolorosa, amorevole da parte di Andrea che racconta ai militari di non aver perso di vista Valeria, come si era sostenuto in un primo momento, ma di aver protetto, vegliato il suo corpo per più di due ore fino al blitz delle teste di cuoio. Valeria è stata una delle prime persone colpite subito dopo l'irruzione al Batataclan dove i terroristi hanno iniziato a sparare raffiche di kalashnikov dal palco verso la platea. “Per due ore mi sono finto morto e sono stato abbracciato a Valeria” ha spiegato Andrea, mentre “i terroristi dell’Isis passavano tra i feriti del teatro Bataclan per dare il colpo di grazia alle vittime”. Dopo due ore il blitz e solo allora, tra il caos generale e le urla dei sopravvissuti, il ragazzo ha spiegato che il gruppo, composto anche da Chiara e Stefano, si è separato, credendo che Valeria fosse ancora viva, magari ricoverata in qualche ospedale e, siccome sprovvista di documenti, difficile da rintracciare. Questi i fatti e le speranze dei ragazzi finché non è arrivata la tragica notizia che invece Valeria non ce l'aveva fatta. L'esame autoptico condotto all'ospedale all'Angelo di Mestre, ha rilevato che è stata colpita da un proiettile al viso che poi ha perforato il polmone ed è uscito. Questa mattina è stata aperta la camera ardente nell'androne del Municipio, a Ca' Farsetti, centinaia i Veneziani in fila che hanno voluto renderle omaggio. C'era il Ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, c'erano le lacrime del fratello Dario e lo strazio della nonna di Valeria che è stata colta da un malore e soccorsa, c'erano i Signori Solesin con il loro dolore immenso, c'era la gente comune. Tante le dimostrazioni di solidarietà, come la fiaccolata in Piazza San Marco lo scorso sabato “Una candela per Valeria”, come l'iniziativa dei calciatori del Venezia Calcio che, domenica sera, hanno giocato con maglie speciali in ricordo di Valeria con la scritta “PrayforValeria” e il logo di Emergency a cui è stato devoluto il ricavato della vendita all'asta. Martedì i funerali in Piazza San Marco, all'aperto, perché, come ha spiegato papà Alberto, dovrà essere “una cerimonia non laica ma civile perché nessuno ci metta il cappello ed aperta ad ogni credo. Mi vanno bene anche le benedizioni dell'Imam, noi crediamo nei valori che non dividono le persone”. Venezia e il mondo attendono martedì per l'ultimo saluto a Valeria affinché la sua vita, fatta dei valori più autentici, che sono i soli a nobilitare gli uomini, sia un esempio per ognuno. Ci mancherà Valeria. In accordo con le parole della mamma ” mancherà anche all'umanità”.

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