ITALIA

dall'

Solo notizie convalidate
[wpdts-weekday-name] [wpdts-date]

EDIZIONI REGIONALI

Solo notizie convalidate

EDIZIONI REGIONALI

Maiorano, denunciati alla Procura di Genova i giudici che non indagarono su Matteo Renzi

ROMA – Alessandro Maiorano, dipendente del Comune di Firenze, non si ferma. Il grande accusatore di Matteo Renzi ha fatto sapere dal suo account di facebook di essersi recato a Roma nella giornata del 4 gennaio presso lo studio del suo avvocato, Carlo Taormina, per una notizia bomba concessa in esclusiva a “Il Tempo”. “Domani 5 gennaio 2016, ripeto sul quotidiano Il Tempo di Roma sia in edicola sia on line troverete la notizia per la quale oggi 4 gennaio 2016 ero a Roma, erano presenti all'appuntamento romano presso lo studio dell'avvocato Taormina 3 giornalisti che hanno avuto da Taormina l'esclusiva vista la portata della notizia…” così ha esordito Maiorano in un post in cui si legge anche “vi posso solo dire che a Firenze in 4 non gradiranno, vista la portata dei nomi, ma anche a Palazzo Chigi forse l' accattone comincera' a pensare che le protezioni gli stanno venendo meno…..credo che quello che ho fatto oggi con l'ausilio dell'avvocato Taormina attirera' l'attenzione del m5s nazionale che forse dopo fara' interrogazione in parlamento ? speriamo e vediamo quello che accadra'….” e in altri post ribadiva l'esclusiva della notizia data al direttore Gian Marco Chiocci de “Il Tempo” di Roma. La notizia è uscita questa mattina puntuale come era stato annunciato ed è pesante infatti si legge dalle pagine del quotidiano romano che Maiorano oggi procederà a denunciare presso la Procura di Genova il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, del suo sostituto, Luca Turco, e del giudice delle indagini preliminari presso il tribunale fiorentino, Alessandro Moneti infatti nell'atto si legge “sussistono tutti gli estremi perché l’Autorità adita proceda ai dovuti approfondimenti per comprendere se i magistrati abbiano omesso atti d’ufficio o abusato di atti d’ufficio in danno dello scrivente e comunque a vantaggio di Matteo Renzi”. Il funzionario comunale ha infatti specificato che “nessuna indagine mai è stata fatta prima, durante o dopo l’evidenziazione delle illiceità” di cui, a suo avviso, si sarebbe macchiato Renzi quando era presidente della Provincia di Firenze. Ricostruiamo i fatti. Alessandro Maiorano, dipendente del comune fiorentino querelato da Matteo Renzi per diffamazione, dovrà risponderne nel processo che è in atto. In alcune interviste e dichiarazioni,rilasciate nel giugno del 2015, il suo avvocat,o Carlo Taormina, spiegava: “Alessandro Maiorano su vari quotidiani ebbe a far presente che secondo i conteggi da lui fatti, sulla base della documentazione di cui era in possesso, Renzi in quattro anni da presidente della provincia di Firenze avrebbe sperperato la bellezza di 31 milioni di euro, attraverso elargizioni che non avevano nulla da spartire con le finalità dell’ente provinciale e attraverso spese pazze nei vari ristoranti e alberghi in cui si recava con vantaggio suo e anche di tutte le persone che gli stavano intorno. Non solo, avrebbe sperperato soldi anche attraverso il coinvolgimento come collaboratori di una serie impressionante di persone che poi venivano regolarmente pagate con i soldi della provincia. La querela di Matteo Renzi contro Maiorano – ancora Taormina – riguardava le dichiarazioni che lo stesso Maiorano rendeva alla stampa e interessava in particolare tre settori. Quello del cosiddetto genio fiorentino, che era una iniziativa che aveva assunto Renzi quando era presidente della Provincia attraverso cui finanziava varie iniziative. Il problema è che questi finanziamenti andavano in direzioni non proprio tutte chiare. Il secondo settore, quello più importante, era quello della Fondazione Strozzi, alla quale furono dati un sacco di soldi e non si è mai capito che fine avevano fatto. E il terzo era la Florence Multimedia, società di comunicazione che fece una convenzione con la Provincia di Firenze per tutto ciò che riguardava la comunicazione della Provincia stessa. Se non che diventò un mastodonte, fu costituita anche una televisione, che servì prevalentemente alle esigenze di comunicazione e propaganda di Renzi.Questa è la prima parte – ebbe a dire Taormina – la seconda, tutto ciò che ho detto finora a proposito delle cose che aveva indicato Maiorano nelle varie interviste, viene integrato da altro. Primo: le escort che frequentavano Palazzo Vecchio quando Renzi era sindaco. Secondo: la questione della abitazione di Via Alfani numero 1 a Firenze pagata da Marco Carrai con un contratto intestato a persona diversa da Matteo Renzi, questione che è stata messa in collegamento con grandi vantaggi che risultano essere stati totalizzati da Marco Carrai, diventato presidente degli Aeroporti di Firenze, società a partecipazione quasi totale del Comune di Firenze, presidente della Parecheggi Firenze e infine a.d. di quella Florence Multimedia che è stata la cassaforte di tutta la propaganda di Renzi. Un piccolo capitolo – disse Taormina – riguarda i soldi che Renzi avrebbe preso da Luigi Lusi, ex segretario amministrativo della Margherita, e da lì la denuncia per ricettazione. Tutti questi fatti, all'oggetto della querela contro Maiorano più questi altri che ho raccontato, sono diventati l'oggetto della denuncia depositata da Maiorano il primo agosto del 2014 alla procura di Firenze in cui si accusa Renzi e altri di associazione per delinquere, peculato, ricettazione e corruzione. Questi sono i fatti per i quali pende la denuncia, abbiamo visto che la procura non dà segni di vita e per questo abbiamo presentato una richiesta di controllo al Csm, alla procura generale della Cassazione e alla procura generale della Corte d'Appello di Firenze e stiamo attendendo i risultati. “E' chiaro che tutto quello che ho detto – dichiarò Taormina – sono cose che devono essere accertate dall'autorità giudiziaria. Renzi finora ha la più ampia presunzione di non colpevolezza. Ma tutto è stato documentato dal primo all'ultimo euro. Si tratta di fatti denunciati. L'accusa può essere fatta solo dalla procura”. Questi i fatti ricostruiti. La Procura di Firenze al riguardo non si è mai mossa. Infatti l'articolo pubblicato oggi su “Il Tempo” riporta “Mai nessuno, a cominciare dalla Procura di Firenze – si legge nell’atto che oggi Maiorano ha annunciato di depositare oggi negli uffici giudiziari di Genova – si è mai interessato di approfondire se l’operazione (Florence Multimedia, ndr) nascondesse o meno una colossale ipotesi di sperpero di denaro pubblico”. A detta di Maiorano infatti la procura fiorentina avrebbe ignorato la richiesta di “stabilire se le somme regolarmente sborsate dalla Provincia fossero suscettibili di rientrare in quelle necessarie al perseguimento delle finalità istituzionali”. “Le denunce – fa notare Maiorano dalle pagine de Il Tempo – sono state presentate anche quando comandante interregionale della Guardia di Finanza, cui sempre venivano affidate le indagini, era il generale Michele Adinolfi, in queste giornate dimessosi dopo essere stato intercettato in una nota conversazione telefonica in cui dava dello “stronzo” a Matteo Renzi, a dimostrazione della dimestichezza esistente tra i due. Fatto che non ho mancato di denunciare – ha continuato il funzionario – alla procura di Firenze chiedendo, ovviamente allo stato inutilmente, di svolgere indagini per accertare se la dimestichezza tra Adinolfi e Renzi in qualche modo avesse potuto incidere sull’inerzia della Procura”. Si legge ancora che “nella denuncia del primo agosto 2014, il “grande accusatore” aveva evocato anche il rapporto tra Renzi e Marco Carrai, che affittava e pagava il canone dell’appartamento di via Alfani 8, a Firenze, nel quale aveva la residenza l’attuale presidente del Consiglio. Secondo Maiorano si poteva parlare di conflitto di interessi, essendo Carrai presidente dell’Aeroporto fiorentino a partecipazione comunale, nonché membro del cda di Florence Multimedia e “Firenze Parcheggi”, anche questa società a partecipazione comunale. Eppure, il Nucleo di polizia tributaria di Firenze della Guardia di Finanza, in un’informativa consegnata alla procura fiorentina il 7 maggio 2015, aveva messo nero su bianco che alcune delle spese sostenute dalla Provincia gestione Renzi, «non potevano gravare sul bilancio dell’ente” – così su Il Tempo nell'edizione odierna ed ancora “i primi a riscontrare delle “anomalie” erano stati i magistrati della sezione di controllo della Corte dei conti per la Toscana. Il periodo oggetto d’esame ha riguardato l’anno 2008, con riflessi sugli anni precedenti e sul 2009. Da tali accertamenti è emerso che Renzi dal 2007 al 2009 ha speso 10.190 euro utilizzando la carta di credito dell’ente «per effettuare spese di ristorazione, giustificate all’amministrazione con motivazioni del tutto generiche». Addirittura, con i soldi dei cittadini è stato sottoscritto dal 2007 al 2009 un abbonamento Sky (cinema, sport e calcio), «in uso esclusivo al suo presidente Renzi, ritenuto non inerente all’attività istituzionale dell’ente». «Il comportamento dell’allora capo di Gabinetto (responsabile della stipula del contratto Sky) – precisa l’informativa della Finanza – ha determinato un ingiustificato depauperamento per le casse dell’ente», quantificato in 1.614 euro”.”A fronte di ciò, la procura della Repubblica di Firenze – si legge nella denuncia che oggi arriverà sul tavolo del procuratore capo di Genova resa nota in esclusiva a Il Tempo – a distanza di un anno, senza aver fatto nulla, senza aver compiuto un atto di indagine e anzi facendo qualcosa di molto più grave, chiedeva l’archiviazione”. Alessandro Maiorano però non ha perso il coraggio e la determinazione e ha deciso di denunciare la condotta dei magistrati fiorentini, il procuratore capo di Firenze, il pm titolare del fascicolo e il gip che ha scento per l'archiviazione del caso, che non sarebbero stati ligi al proprio dovere di indagine su Renzi. Si attendono notizie ora dalla Procura di Genova che dovrà esprimersi sulla veridicità delle accuse mosse dal dipendente fiorentino a carico del premier Matteo Renzi.

Facebook