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L'accordo Usa-Australia sui rifiuti spaziali

Sidney – Una ditta australiana di tracking ottico e laser ha firmato un accordo con la compagnia spaziale Usa Lockheed Martin per sviluppare una nuova rete di monitoraggio dei rifiuti spaziali che orbitano attorno alla Terra, di cui circa 300 mila di un cm e più, grandi abbastanza da distruggere le funzioni di un satellite. La Electro-Optic Systems (EOS), di base presso il grande osservatorio astronomico di Mount Stromlo presso Canberra, attiverà un sistema globale di sensori, aggiungendo una seconda base in Australia occidentale, dal lato opposto del continente. La nuova rete potrà tenere informati gli operatori sul rischio di danni da rifiuti spaziali, permettendo di modificare l'orbita dei satelliti più a rischio. Secondo il direttore della EOS, Ben Greene, la NASA e tutte le maggiori agenzie spaziali ritengono che vi sia un «ragionevole rischio» che entro i prossimi 15 anni si verifichi lo scenario più pessimistico, in cui un rifiuto spaziale distrugga un satellite creando una valanga di collisioni, come si vede nel film Gravity, che annienti uno dopo l'altro tutti i satelliti in orbita: meteorologici, di comunicazioni, di navigazione o di intelligence. La Eos lavora da anni nel monitoraggio dei rifiuti spaziali e ha sviluppato sistemi di tracking laser e ottici. Il piano, ha spiegato Greene all'agenzia di stampa australiana Aap, prevede una prima fase di 5-6 anni, per il tracking dei rifiuti con la tecnologia EOS in combinazione con altri sistemi come lo Space Fence Radar dell'aeronautica Usa. La seconda fase sarà dedicata a una pulizia orbitale, consistente in missioni spaziali per rimuovere i satelliti defunti. Una nuova tecnologia, che dovrebbe essere operativa fra 5-7 anni, potrà usare laser di base terrestre per deviare gli oggetti più piccoli in orbite più basse, in modo che si autodistruggano per combustione nell'atmosfera.

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