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28 aprile: giornata mondiale delle vittime dell’amianto

A causa delle restrizioni dovute all’emergenza COVID-19, quest’anno non vi saranno celebrazioni e cerimonie pubbliche

 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato in 125milioni i lavoratori esposti all’amianto killer nel mondo e solo in Italia ogni anno sono 6000 persone circa quelle che uccide, 3600 per tumore polmonare, 1800 per mesotelioma e 600 per asbestosi.

Nel 1992 la Legge 257/92 ha vietato l’estrazione, la lavorazione e la commercializzazione dell’amianto. Nonostante questo attualmente in tutto il territorio nazionale vi sono sono ancora 40.000.000 tonnelate di amianto, con 50.000 siti contaminati, cui si aggiungono circa 1.000.000 di micrositi, e una condizione di rischio per tutti i cittadini.

Secondo i dati pubblicati i dati dell’ONA l’amianto nel solo 2017 ha ucciso circa 2.000 persone con il mesotelioma, e poi se si tiene conto anche delle altre patologie, si superano i 6.000 decessi (tumore della laringe, dell’ovaio, della faringe, dello stomaco e del colon retto e quelle fibrotiche – asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici e per complicazioni cardiocircolatorie), e più di 100.000 nel mondo.

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