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Donna morta dopo l'aborto, il Niguarda si difende

Milano – Sembra essere ancora densa di mistero la morte di Lucia Ruiz Mariano, brasiliana trentasettenne cuoca in un ristorante del centro, scomparsa poche ore dopo un intervento per un aborto eseguito presso l'ospedale Niguarda di Milano la scorsa settimana visto che inizialmente sembrava che tutto fosse andato nel migliore dei modi. Solo l'autopsia infatti potrebbe dare una spiegazione più certa, visto che il marito della donna, il quarantasettenne Pietro Gitto, che aveva lasciato la moglie in buone condizioni prima dell'operazione, ancora non riesce a darsi pace per quello che è accaduto ed è per questo che ha deciso di nominare un legale e di presentare una denuncia al commissariato con la speranza che questo possa dargli le risposte che sta cercando. L’avvocato Francesco di Leo, del foro di Torino auspica che il pubblico ministero venga subito informato e disponga immediatamente l’autopsia a cui sarà presente anche un consulente della famiglia per verificare che tutto proceda in modo regolare e capire soprattutto se la morte della donna sia dovuta a un errore umano dovuto a disattenzione o imperizia o semplicemente a una tragica fatalità.
Di fronte a un dramma così pesante l'ospedale Niguarda, uno dei più apprezzati anche all'estero, ha comunque provato a difendersi e per questo ha deciso di far scattare “una prima immediata indagine interna che però on ha consentito di stabilire la causa del decesso, tanto da richiedere il riscontro autoptico. La stessa indagine non ha portato alla luce elementi di inappropriata assistenza medica o infermieristica. Su richiesta del marito è comunque intervenuta la magistratura che eseguirà sia gli accertamenti autoptici che le eventuali ulteriori indagini, cui la direzione dell’ospedale fornirà la massima collaborazione”. 

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