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Usa – 500 esecuzioni in Texas dal ritorno della pena capitale

Houston – Il Texas ha messo a morte la 500/a persona da quando lo Stato, nel 1982, ha ripristinato la pena capitale. Kimberly McCarty, condannata per l'omicidio a scopo di rapina di una insegnate in pensione, è diventata una macabra statistica e il simbolo del diverso approccio alla pena capitale negli Usa da quando nel 1976 la Corte Suprema ha dato via libera al ritorno delle esecuzioni. La pena di morte è nei codici di 32 Stati americani. Il Texas, in media, mette sul lettino dell'iniezione letale un detenuto ogni tre settimane. «È una tappa sinistra», ha commentato Maurie Levin, l'avvocato della condannata. Kimberly McCarthy è diventata la prima donna messa a morte in Texas dal 2010 e la 13/a in tutti gli Stati Uniti dal 1976. Nello stesso periodo le esecuzioni di detenuti maschi sono state in America oltre 1.300. Il Texas è lo Stato che con più fermezza porta i suoi condannati nella camera del boia. Kimberly, una donna di colore che era già arrivata due volte a un passo dall'iniezione letale negli ultimi cinque mesi, stavolta non ha avuto chance: «È una persona molto spirituale e fatalista. Pensa che se deve succedere succederà e che tutto è in mano di Dio», aveva detto Levin prima dell'esecuzione. La McCarthy era stata condannata per un feroce assassinio del 1997 a Lancaster, una ventina di chilometri a sud di Dallas. La vittima, una professoressa di psicologia in pensione, era una vicina di casa. Kimberly, che aveva bussato alla sua porta per chiederle dello zucchero, in realtà intendeva rapinarla: aveva brutalmente aggredito l'anziana insegnante con un coltello di cucina tagliandole alla fine anche un dito di una mano per strapparle la fede nuziale. Dietro il delitto, uno dei tre in cui la McCarthy sarebbe stata implicata, la droga: l'assassina aveva una dipendenza dal crack.

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