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Berlusconi attende l'aiuto del Quirinale?

Roma – Ho fatto tanto per pacificare questo Paese e ridargli un governo dopo lo stallo e ora assistono tutti in silenzio al tentativo di farmi fuori, non una reazione dalla Consulta né dal Colle”. Nube nera come una cappa, su Arcore, e non è solo affare di meteo. Il clima è assai cupo, anche al pranzo di Silvio Berlusconi con i figli e i vertici Mediaset, al rientro dalla Sardegna. Il dibattito politico sulle riforme e il presidenzialismo, visto dalla Brianza, appare lunare, lontanissimo. La settimana di relax è già cancellata, sul Cavaliere ha il sopravvento la preoccupazione che diventa ansia, in vista del pronunciamento “decisivo” della Corte Costituzionale del 19 giugno sul legittimo impedimento al processo Mediaset. L'esito negativo potrebbe aprire alla conferma della condanna in Cassazione e all'interdizione. Ecco perché quella decisione è attesa ben più che la sentenza Ruby di primo grado del 24 giugno. A Villa San Martino nel pomeriggio arriva Nicolò Ghedini, dopo l'arringa difensiva tenuta in mattinata in aula. Sia lui che Longo gli hanno spiegato che con molta probabilità la Corte negherà la sussistenza del legittimo impedimento o al più la riconoscerà, ma non tale da vanificare il processo Mediaset ormai approdato in Cassazione. Allora l'esasperazione avrà varcato il segno. Berlusconi confessa tutta la sua delusione, chiamando in causa “gli arbitri che restano a guardare”.

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