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Grillo batte Pdl e Idv: Movimento 5 Stelle primo partito in Sicilia

Palermo – Prima l'impresa della traversata dello stretto a nuoto, poi la scalata dell'Etna, la campagna elettorale portata avanti percorrrendo di corsa l'isola come Forrest Gump, il tutto intervallato da dichiarazioni al fulmicotone e battute ad effetto: tanto è bastato a Beppe Grillo per portare il Movimento 5 Stelle, a diventare il primo della Sicilia, sfondando il tetto del 20%.
I grillini infatti, per l'esattezza, si attestano al 21% superando così sia il PdL di Angelino Alfano che l'Idv di Antonio Di Pietro, travolti nelle ultime settimane dagli scandali dei vari Fiorito, Formigoni, Maruccio e non solo.
Così, nei sondaggi, il M5S prende il volo, mentre il partito di Berlusconi tocca il minimo storico con un esiguo 14%, in preda ad un'emorragia di consensi che non accenna a fermarsi, e che, probabilmente, potrebbe portare il partito a scendere ancora nei prossimi giorni.
L'antipolitica di Beppe Grillo, quindi, che tuona contro una classe dirigente che ha trascinato il paese nel vortice di una crisi senza precedenti, fa quindi decisamente più presa delle parole di chi da ormai troppo tempo predica bene, ma razzola troppo, troppo male.

Niente clamore e poche parole. È bastata l’attraversata a nuoto dello Stretto di Messina e qualche battuta su Renzi. O forse è bastato Fiorito, Maruccio e gli scandali della giunta Formigoni. Il MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo vola nei sondaggi. Nonostante la battuta d’arresto di fine agosto e delle prime settimane di settembre, il comico genovese e i suoi seguaci stanno guadagnando terreno. A scapito del Pdl e dell’Idv.Il Pdl senza paracadute, tra scandali e Formigoni. Secondo i sondaggisti di SWG il M5S, la scorsa settimana, ha sfondato il muro del 20%, attestandosi – per la precisione – al 21%. Il partito di Alfano e Berlusconi continua a scendere rapidamente lungo il precipizio. Per ora si attesta al 14% (minimo storico) ma è possibile che nei prossimi giorni diminuisca ancora. È un’emorragia di voti dopo gli scandali e dopo l’addio, sempre più concreto e reale, di Silvio Berlusconi. E se al Cavaliere si perdonava tutto – dalle feste di Arcore alla Minetti, passando per la “nipote di Mubarak” Ruby, agli altri no, soprattutto quando l’ostentazione del lusso e del divertimento – pagati con i soldi dei cittadini – cozza con la situazione difficile del Paese. Fanno decisamente più presa le parole di Grillo contro gli sprechi e contro l’inettitudine di una classe dirigente che ha portato l’Italia nella situazione attuale.

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