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Costa Concordia – Comitato ammette ritardi nelle operazioni

Isola del Giglio (Grosseto) – I lavori per la rimozione della Costa Concordia procedono a rilento e verranno conclusi non prima di ottobre 2013, due mesi dopo il termine previsto “salvo ulteriori ritardi”.
Si è svolta ieri, convocata dal commissario delegato e capo del Dipartimento della Protezione civile Franco Gabrielli, una sessione del comitato consultivo per l’emergenza successiva al naufragio della Costa Concordia, di cui fa parte anche la Regione Toscana, allargata anche alla società armatrice e al consorzio Titan-Micoperi.
Dall'esame della situazione e dei progetti è emerso che, rispetto al termine della messa in sicurezza della Concordia – inizialmente previsto per il 31 agosto 2013 – i tecnici hanno stimato di poter completare i lavori entro la fine del mese di ottobre, salvo ulteriori imprevisti.
Ritardi dovuti alle condizioni meteorologiche avverse delle ultime settimane, la presenza di forti irregolarità degli strati superficiali del granito del fondo marino e di fessurazioni nella roccia sottostante, la quantità imprevista di roccia da livellare per poter posizionare i basamenti.
Condizioni abbondantemente prevedibili in fase di progettazione e che EdizioniOggi ha messo in evidenza sin dalla presentazione del progetto di recupero e attraverso una specifica inchiesta.
La “buona notizia” è che, sino a oggi, le costanti rilevazioni svolte dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Universita’ di Firenze non hanno segnalato alcuna anomalia nei movimenti del relitto.
La circostanza del ritardo non fa che aumentare, nei Gigliesi e negli specialisti contrari all'attuale progetto di recupero, forti dubbi sulla sua efficacia e sugli approfondimenti che si sarebbero dovuti fare ben prima di avviare le operazioni.
Non è certo una novità che l'Isola del Giglio sia costituita da granito fortemente fessurato, che il mare non è stabile e piatto come un lago e che siano possibili peggioramenti delle condizioni meteo.
Per questo i Gigliesi rigettano con sdegno le “scuse” accampate dai progettisti in evidente difficoltà.
Il progetto di stabilizzazione, lo ricordiamo, dovrebbe essere stato pensato per evitare eventuali scivolamenti del relitto nel corso della stagione invernale e prevede l’installazione di un sistema di ritenuta costituito da quattro basamenti ancorati al fondale lato terra (due dei quali dovrebbero essere completati gia’ nei prossimi giorni).
A questi vengono agganciati complessivamente 16 fasci di cavi di acciaio, collegati a punti di forza saldati sulla parte emersa del relitto, e tenuti in tensione tramite dei martinetti idraulici.
Nel frattempo e salvo altri “imprevisti” procedono anche le attività per il completamento del sistema di tensionamento che permetterà il riassetto verticale della Concordia, quelle per la costruzione del falso fondale e delle sei piattaforme sottomarine sulle quali poggerà il relitto, oltre alla produzione dei cassoni dai quali dipenderà il galleggiamento.
Le preplessità sul progetto e sui tempi restano molte e Gigliesi e ambientalisti si augurano che non sorgano altre complicazioni che potevano certamente essere messe in conto in fase progettuale.

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