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Tor Vergata ascolta seriamente il discorso di Tim Cook: Università generative per il «bene comune»

ROMA – Tocca le corde giuste il recente discorso di Tim Cook ai neolaureati del Massachusetts Institute of Technology (Mit).

Il numero uno di Apple attuale si concentra sulla faticosa ricerca del senso della vita che ognuno, più o meno faticosamente e più o meno consapevolmente, tenta e spera di capire. Ma Cook suggerisce che difficilmente si ritroverà nei like dei social network. Il senso della vita a livello professionale e non che Cook orienta verso l’obiettivo più ambizioso del progresso e del bene dell’umanità.

Il discorso viene pronunciato in un’università, luogo chiave per alcuni degli spunti proposti, come una nuova generazione di leader imprenditoriali, ambiziosi e rivolti alla generativi oltre che al profitto.

Senza dubbio per un paese come il nostro, che vanta la quota più bassa di laureati tra i Paesi dell’Unione, è un tasto dolente. Un paese l’Italia, dove l’analfabetismo minaccia di ricomparire e dove i cittadini, soggetti a post-verità, non sono in grado di giudicare il valore delle proprie classi politiche per mancanza di strumenti.

La generativi come l’impatto dell’istruzione unita all’alta formazione sono temi su cui bisogna insistere, non solo per i rapporti sull’educazione che evidenziano un riscontro economico maggiore per i laureati, ma anche perchè la cultura ha degli effetti che si ripercuotono sulla vita stessa: stili di vita migliori, capacità di orientarsi nella complessità dei percorsi di cura. Inoltre, l’istruzione è la base per creare fiducia e cooperazione all’interno della società, premesse necessarie per la creazione di valore economico e sociale.

A Roma l’Università di Tor Vergata si propone di coltivare seriamente la generatività, investendo sulla qualità didattica, impegnandosi contro l’abbandono, promuovendo dottorati innovativi, intensificando la mobilità internazionale con il Programma Erasmus Plus. La ricerca scientifica dell’università ha raggiunto standard elevati, come attesta la Valutazione della qualità della ricerca realizzata dall’Anvur.

Ma è la c.d. ‘terza missione’, lo strumento che Tor Vergata si propone di usare per l’aumento dell’impatto generativo. Dunque si porta in prima linea nell’Alleanza per lo sviluppo sostenibile (ASviS) al fine di raggiungere gli obiettivi del Millennio. Il portavoce è Enrico Giovannini, professore dell’Ateneo. Si promuovono percorsi di autoimprenditorialità giovanile e azioni dal basso di cittadinanza attiva per la sostenibilità oltre alla professionalità dimostrata per favorire la ricostruzione della scuola e dell’ospedale di Amatrice collaborando con la Regione Lazio e gli altri Atenei pubblici romani; o nell’ambito di progetti come il riconoscimento dei cadaveri degli immigrati naufraghi in collaborazione con il Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse. O ancora, nell’ambito del progetto ‘Teledidattica-Università in Carcere’, in collaborazione col Garante dei diritti dei detenuti della Regione Lazio e della Casa circondariale di Rebibbia-Nuovo Complesso. Giusto pochi mesi fa è stato istituito il Corso di Laurea in Scienze motorie per i detenuti, nell’ambito del progetto ‘Università in carcere.
Tor Vergata-Rebibbia’.

L’Università di Tor Vergata prende sul serio il concetto di generatività e lo persegue con ogni sforzo, come testimoniano i vari progetti in atto, proponendosi di essere essa stessa un modello per l’istituzione universitaria, distante dall’incapacità di affrontare le difficoltà che la realizzazione di ogni progetto degno di nota comporta.

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