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Sermoneta: la cenere lasciata dagli incendi e le muffe sugli affreschi

Le fiamme che distruggono boschi e uliveti lasciano una cenere nera

Cupa come la mente criminale di chi l’ha provocata per il solo piacere di distruggere, uomini che evidentemente non hanno più nessuna relazione sana con la vita e scelgono la viltà e l’anonimato con lo scopo di privare noi cittadini del lavoro,  della bellezza e con essa della speranza, dell’ottimismo, dell’impegno sociale.

Opporsi alla distruzione, attraverso la cultura e la denuncia

Lo sfregio compiuto sui paesaggi, le colture, i parchi, di questi giorni è uno spettacolo che non si può più tollerare, bisogna fare qualcosa contro chi rimane impunito, mimetizzato tra la gente comune, uomini poveri di spirito, malati mentali, mafiosi. Purtroppo correlano tra loro incendi e le muffa sulle opere d’arte.

Pubblichiamo la lettera aperta dell’Architetto Anna DiFalco, funzionario della SBAP

Qualche settimana fa solo chi era per caso nei pressi della cattedrale di Santa Maria di Sermoneta il giorno che i Carabinieri hanno depositato nel Museo Diocesano la campana di bronzo appartenente alla chiesa di San Francesco che era stata rubata e che hanno recuperato,  ha avuto il privilegio di entrare nel  Museo chiuso da tempo.

Pochi attimi per godere della vista delle superfici affrescate, del grande quadro su tavola raffigurante l’Incoronazione della Vergine di Girolamo Siciolante, della tela di Francesco da Castello che rappresenta l’Arcangelo Gabriele che scaccia il demonio e quadri di Matteo Rosselli, di Odoardo Vicinelli e di Giovanni Domenico Fiorentini.

Opere pittoriche raccolte nel piccolo Museo di Sermoneta

Il Museo è stato inaugurato nel 2003 per volere della Diocesi di Latina, della Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici del Lazio, della Regione Lazio e del comune di Sermoneta che sul catalogo andato alle stampe nel 2009, l’allora sindaco, ha scritto “il museo diocesano rappresenta il biglietto da visita di una comunità attenta alla conservazione della memoria storica. Grande consapevolezza di questa amministrazione comunale del ruolo che l’arte e la cultura possono avere per il futuro della nostra comunità”.

La Soprintendenza e la Regione Lazio intervengano per tutelare le opere di pregio

L’arte e la cultura costretta a stare al buio, un biglietto da visita muto, una consapevolezza che dura una inaugurazione, opere d’arte che i cittadini di Sermoneta e i visitatori non possono vedere né essere informati se e quando potranno rivederla. Eppure è un Museo che nelle intenzioni di chi l’ha istituito doveva proprio rendere fruibili e togliere dall’abbandono tutte le opere di pregio di proprietà sia della diocesi che della comunità civile. E’ davvero complicato trovare un accordo tra la Diocesi e l’Amministrazione comunale?

La piaga di Sermoneta, una ferita che lacera storia e tessuto

Oggi salire la collina di Sermoneta è una sofferenza per lo spettacolo desolante provocato dall’ ennesimo incendio estivo, ma sappiamo anche che dopo le prime piogge la cenere verrà dilavata e con la prossima primavera l’erba coprirà tutto e tutto apparirà più accettabile, ci si dimenticherà degli alberi di ulivo secolari, delle macere in pietra calcarea costruite per trattenere la terra e si perderà memoria di ciò che è andato distrutto perché non si vedrà più.

E’ la stessa perdita di memoria di ciò che viene tenuto al buio, che non viene a far parte della vita quotidiana dei cittadini, che si sta rovinando per mancanza di areazione degli ambienti come dimostrano gli sbiancamenti diffusi sulle superfici affrescate che in occasione della visita fugace consentita dai Carabinieri abbiamo potuto rilevare.

Polvere e umidità,  sfarinamenti della pellicola pittorica causa di perdite del passato

Il  mancato presidio e manutenzione nei territori sarà la con- causa dei prossimi incendi come la mancanza di manutenzione dei monumenti e delle opere d’arte sarà la causa della loro distruzione definitiva insieme ai furti, agli sfregi, all’abbandono.

 

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