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Roma, malese aggredisce una coppia: “Non potete baciarvi davanti alla moschea”

Il fatto è accaduto all’Esquilino. Uomo fermato dai carabinieri.

La coppia stava passeggiando tenendosi per mano e scambiandosi effusioni, quando è stata aggredita nei pressi di una moschea in via di San Vito all’Esquilino, a poca distanza da piazza Vittorio Emanuele II. “Non potete baciarvi davanti alla moschea”, queste le parole urlate dall’uomo, un malese di 24 anni, mentre spintonava la ragazza e colpiva con calci e pugni il fidanzato.

L’intervento delle forze dell’ordine

Ad intervenire in soccorso della coppia, una pattuglia del nucleo radiomobile dei carabinieri che si trovava in zona. L’uomo malese ha aggredito anche i militari, tanto che un carabiniere è rimasto lievemente contuso. L’aggressore è stato fermato con l’accusa di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.

I precedenti del centro islamico di via San Vito

Il centro islamico in questione era stato chiuso, perché abusivo, lo scorso febbraio. Diverse chiusure erano state effettuate nel giro di pochi mesi, tra cui appunto questa moschea, ubicata in pieno centro storico, nel rione Esquilino. Ad intervenire in via di San Vito, al civico 12, presso la sede dell’associazione islamica “HIL FUL FUZUL Onlus” erano stati gli agenti dei gruppi SPE E PSO del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale, coordinati dai vice Comandanti del Corpo, Lorenzo Botta ed Antonio Di Maggio.

I motivi della chiusura

Allora gli agenti spiegarono che i locali venivano utilizzati non solo come luogo di culto, ma ma anche come scuola, materna e dell’infanzia, per dieci bambini tra gli 11 mesi e i 4 anni. Gli spazi utilizzati erano troppo angusti tanto da sembrare delle “cantine”. Inoltre erano state rilevate violazioni delle norme antincendio e sulla sicurezza. Per di più i locali, non erano stati giudicati idonei per l’afflusso dei fedeli. Infatti erano privi delle necessarie uscite di sicurezza e di impianti elettrici a norma di legge. Il gestore era stato deferito all’Autorità Giudiziaria in stato di libertà, mentre per i locali, erano scattati i sigilli. Accertamenti furono fatti anche sulle planimetrie, per verificare eventuali lavori di edilizia abusiva all’interno della struttura.

 

 

 

 

 

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