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Modena, un convegno sulla figura dell’assistente sessuale per i portatori di handicap

L’iniziativa, promossa da Intandem, ha ricevuto un boom di richieste.

La figura dell’assistente sessuale per i portatori di handicap e le problematiche afferenti al campo delle esigenze affettive dei disabili. Questo il tema del convegno che si è tenuto sabato a Modena alla Palazzina Pucci e che ha fatto il tutto esaurito. A promuoverlo la cooperativa sociale Intandem, attiva nel campo delle disabilità. Ci si è interrogati su come aiutare lo sviluppo dell’affettività, che rientra nella sfera delle emozioni e che pone tutta una serie di domande ai genitori che sono chiamati a rispondere al bisogno di affettività dei figli disabili. Il tema è di grande interesse, tanto che sono arrivate più di duemila richieste, trenta solo a Modena.

La cooperativa

“Da quando abbiamo iniziato – ha spiegato il responsabile, Enton Thaci, – le famiglie che ci affidavano i figli per passare il tempo libero assieme a loro ci ponevano i problemi legati all’adolescenza e all’età adulta. Da questa rete di conoscenze e riflessioni abbiamo capito che era necessario smontare i pregiudizi sulla sessualità, trasversali anche alla medicina e alle pratiche terapeutiche. Un argomento tabù perché si vuole credere che i portatori di handicap siano privi di desideri sessuali. No, hanno le stesse necessità e capacità di amare”.

Il parere di alcune specialisti

Al convegno hanno partecipato anche la sessuologa Priscilla Berardi e lo psicologo Davide Carnevali che condividono la necessità di far fronte alla sfera affettiva dei portatori di handicap. Altri esperti hanno ragionato sul tema in questione spiegando la natura del loro impegno nel far sì che anche in Italia sia introdotta la figura dell’assistente sessuale, già prevista in altri Paesi come Svizzera, Germania, Olanda e Danimarca. Nella sala erano presenti, oltre ai familiari di persone con disabilità, medici, psicologi, operatori sanitari e socio assistenziali. Grande attenzione da parte dei genitori quando i relatori li hanno invitati ad accogliere e ad ascoltare i bisogni più intimi dei loro figli.

Alcune considerazioni dal sito Lovegiver.it

Max Ulivieri, un web manager che opera a Bologna e che diffonde il turismo per disabili, ha spiegato che “le famiglie oggi sono più sensibili di un tempo. Il modello che portiamo avanti attraverso il sito “lovegiver.it” è quello di assistenti formati da psicologi, terapeuti, fisiatri e altri esperti che siano disposti a esperienze corporee con chi lo chiede. In tre anni – ha proseguito – più di 2.200 famiglie hanno già preso contatto con noi e una trentina da Modena. Quale modello di sessualità? Quella più puntata alla conoscenza del corpo perché si parte da zero. I 17 volontari che abbiamo formato, metà uomini e metà donne, dai 20 ai 50 anni, sono di ogni ceto e cultura, laureati compresi. Finito il corso a ottobre, li metteremo in contatto con chi ha fatto richiesta. Vedremo se qualcuno avrà qualcosa da ridire”.

 

 

 

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