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Corruzione – Italia al 60° posto nel mondo, combatterla si può

Roma – Nella graduatoria di Transparency International sulla percezione della corruzione, l’Italia si trova al 60° posto nel mondo. 

In Europa però, la situazione per l’Italia non è delle migliori, poiché si trova come fanalino di coda, seguita solo da Grecia e Bulgaria, rispettivamente al 69° e 75° posto della classifica mondiale.

L’Italia e la lotta alla corruzione

La complessa qualificazione del fenomeno è rappresentata da una pluralità di fattori che lo determinano ed alimentano. Tra questi ha un ruolo determinante, ma non primario, la crisi economica che da anni affligge il Paese.

Il fenomeno della corruzione ha una forte radice culturale risalente agli anni in cui il giovane Giovanni Giolitti, funzionario nel Ministero delle Finanze di Quintino Sella e futuro leader dell’Italia liberale, nel 1870 cominciò ad occuparsi di effettuare un primo riordino del sistema amministrativo. In particolare di quello fiscale.

Gli scandali e il rafforzamento della sfiducia

Gli scandali recenti non sono una novità, ma hanno rafforzato un sentimento di sfiducia degli italiani verso le istituzioni pubbliche. Da Tangentopoli ad oggi, si è sottolineata un’incapacità di fronteggiare adeguatamente il fenomeno che ha assunto connotati di straordinaria gravità.
La lotta alla corruzione non può essere demandata unicamente alla magistratura, è più opportuna l’introduzione di giuste premesse sul piano culturale, utili a contrastare una piaga che inevitabilmente condiziona anche il progresso economico.

Secondo le stime del Centro studi Confindustria, se dopo “Mani pulite” l’Italia avesse ridotto la corruzione al livello della Francia, il Pil avrebbe fatto registrare un aumento di quasi 300 miliardi. In pratica, l’equivalente di una decina di manovre finanziarie.

I Paesi più virtuosi

A guidare la classifica dei virtuosi, si ha Danimarca e Nuova Zelanda, seguiti da Finlandia e Svezia. Non a caso, tutti Paesi che possiedono legislazioni avanzate su accesso all’informazione, diritti civili, apertura e trasparenza dell’amministrazione pubblica.

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