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Disoccupazione e crisi: 250 lavoratori Enel rischiano il posto

Genova – Sono 250 le persone a rischio disoccupazione per la possibile chiusura della centrale Enel, che per continuare a funzionare (in attesa della definitiva dismissione nel 2017) necessita di una proroga.
C'è bisogno di una firma da parte del Consiglio dei Ministri entro questa settimana, altrimenti da lunedì 27 febbraio la Centrale Enel di Genova dovrà chiudere o quantomeno sospendere ogni attività. L’annosa questione relativa alla vicenda della Centrale Termoelettrica Enel di Genova è arrivata a un pericoloso punto di non ritorno. 
A fronte del Decreto AIA emanato nel febbraio 2010 dal Ministero dell’Ambiente per la Centrale di Genova, L’Enel aveva presentato, nell’obiettivo della riduzione delle emissioni, un progetto di graduale dismissione dell’Impianto che, a partire dal 2012, avrebbe portato alla chiusura definitiva del sito entro il 2017. Tale progetto veniva condiviso dagli Enti Locali che, nel novembre 2010, inviavano ufficialmente al Ministero dell’Ambiente la richiesta di riesame del decreto autorizzativo ambientale su indicato.
“Oggi ci troviamo in una situazione drammatica – spiegano Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uilcem Uil della Liguria e la RSU di Centrale – la graduale dismissione e la chiusura definitiva al 2017, pur non condivisibile in quanto sancisce la perdita di un’altra importante realtà industriale per la nostra Regione, ci avrebbero permesso di gestire, anche se con molteplici difficoltà e sofferenza, il tema occupazionale”. Stiamo parlando di circa 250 lavoratori tra Enel e indotto.
Non essendosi insediata la nuova Commissione del Ministero dell’Ambiente, ad oggi non c’è risposta sul riesame richiesto. “La cosa grave – aggiungono le organizzazioni sindacali di categoria regionali – è che se entro questa settimana il Consiglio dei Ministri non firma almeno una proroga sui tempi, da lunedì 27 febbraio la Centrale Enel di Genova non potrà più funzionare e per questo motivo chiediamo un’assunzione di responsabilità al Presidente del Consiglio Mario Monti, affinché si adoperi urgentemente per concedere la proroga ai tempi di scadenza del decreto, per dar modo alla nuova Commissione del Ministero dell’Ambiente di insediarsi e affrontare la problematica in maniera compiuta”.

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