Vantare conoscenze nelle commissioni esaminatrici promettendo, in cambio di soldi, aiuti per superare il concorso per entrare nella Guardia di finanza non può essere solo millantato credito ma corruzione. È questa la decisione del giudice Tommaso Perrella a conclusione del processo su un caso di mazzette e concorsi che vede tra gli imputati condannati presunti corrotti e corruttori.
La sentenza è stata di condanna per i due finanzieri accusati di aver intascato la mazzetta e per un padre e la figlia candidata al concorso da aspirante finanziere che quei soldi li avrebbero pagati. Le accuse ruotavano attorno ai 50mila euro, in contanti e versati in più tranche, che un maresciallo in pensione avrebbe consegnato a due marescialli della Guardia di finanza per assicurarsi l’ammissione della figlia al corso per allievi sottufficiali nell’anno accademico 2015/2016.