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#Sciopero: #Milano si è #fermata

MILANO – Ieri mattina Milano si è fermata, o meglio tutte le sigle sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl, Faisa-Cisal, Orsa, Sama-Faisa e Cub hanno cercato di bloccare la massiccia affluenza di visitatori da tutto il mondo al Salone internazionale del Mobile, inaugurato martedì, per la prima volta in 56 anni, dal presidente della Repubblica. Così fino all'ultimo, e se la flebile motivazione è stata il fatto che «la fioera di Rho si può raggiungere anche con il passante», il sindaco evidentemente in confusione si è «dimenticato» di annullare Area C, il provvedimento che prevede il pagamento del pedaggio per entrare nel centro storico. Così i milanesi e i turisti si sono trovati «cornuti e mazziati»: senza mezzi pubblici, costretti a prendere l'auto per andare a lavoro, pagando per di più i 5 euro.
Smessi i panni di Mr Expo e indossati quelli da sindaco Beppe Sala ha cambiato idea su eventi e manifestazioni: da commissario di Expo 2015 si era premunito contro il pericolo di scioperi. Comune e sindacati Atm, infatti, avevano firmato un accordo, da 52 milioni di euro, che prevedeva una tregua di sei mesi da ogni tipo di agitazione e turni di lavoro rinforzati, in cambio di 500 assunzioni e di un pacchetto di premi per i dipendenti. E quando i Cub avevano annunciato l'adesione alla manifestazione nazionale contro il Jobs act a pochi giorni dall'apertura dell'esposizione, Beppe Sala non ci aveva pensato due volte e aveva chiesto la precettazione in nome di un evento mondiale, come è per altro il salone del Mobile. C'è voluta l'adesione al 100 per cento dei lavoratori ieri mattina e la minaccia di un altro sciopero di 24 ore per convincere il Comune in serata dare ai sindacati le rassicurazioni che chiedevano, ovvero la proroga di un anno del contratto in essere con Atm.

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