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Caso Cassimatis- Democrazia interna e M5S, un giudice dovrà fare chiarezza

Genova -Con un post datato 17 marzo sul suo blog, Grillo ha scomunicato Marika Cassimatis, candidata sindaco della città di Genova. Cassimatis, in seguito all’episodio, ha sporto querela per diffamazione nei confronti di Grillo e Di Battista, che sono stati iscritti nel registro degli indagati.
La docente genovese aveva vinto le comunarie, ovvero le primarie del M5S svolte su internet, ma si è vista opporre dal leader del movimento un’accusa di voto non regolare. La Cassimatis ha quindi deciso di impugnare la decisione di Grillo, sostenendo la regolarità del voto espresso dai grillini e auspica un «reintegro della lista che mi ha portata a vincere le comunarie». Il ricorso della candidata sindaco, depositato al Tribunale civile di Genova, riguarda la procedura del voto online. Inoltre, si è sentita lesa dalle parole di Grillo, che ha deciso di «non concedere l’utilizzo del simbolo alla lista di Genova con candidata sindaco Marika Cassimatis», i cui membri avrebbero danneggiato più volte l’immagine del Movimento. La donna si è sentita colpita anche dalle dichiarazioni del deputato Di Battista, secondo il quale il Movimento sarebbe composto anche da persone non in linea con i principi dello stesso e che, in questi casi, è più opportuno escluderli dalla corsa elettorale «piuttosto che correre il rischio di ritrovarseli nel gruppo misto qualche settimana dopo».
L’iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto, ma consentirà di condurre le indagini necessarie per appurare se nel M5S esista una democrazia interna e quali siano i principi cui questa si ispira. I documenti del caso sono stati affidati al pm Walter Cotugno.

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