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Numero chiuso per la laguna

“Io credo al numero chiuso”.
Queste le parole del Governatore del Veneto, Zaia, che in una lettera inviata al Corriere della Sera, ha fatto sapere che la città “non può sopportare più di un certo numero di visitatori al giorno, quindi i flussi vanno rigorosamente regolamentati nei due unici punti di accesso a Venezia: piazzale Roma e la stazione ferroviaria”.
Tuttavia lo stesso precisa di essere contrario “al versamento di una somma per ingresso e visita: Venezia deve restare alla portata di tutti” e aggiunge “sono convinto che un obolo – anche simbolico – ogni italiano lo debba mettere in conto, come contributo e segno di rispetto per una città universale; ma non concordo sul fatto che la visita diventi accessibile per reddito”.
Nella lettera si accenna anche al problema delle grandi navi (colpa del decreto Clini-Passera) che si potrebbe risolvere tenendo fuori le navi dal bacino di San Marco.
Su Roma, “intendendo per Roma tutti quei poteri, quei palazzi, quegli organi che pesano sui conti pubblici, specialisti in adempimenti inutili, che nulla producono se non far gravare sulle imprese del secondo Pil italiano un total rate tax di oltre il 68% contro una media Ue del 46″, commenta “resta ladrona” ed è per questo che, conclude il governatore, è necessaria “l’autonomia del Veneto e uno stato federale”. E continua: “Più autonomia nei territori virtuosi, più Stato in quelli falliti. Ci arriveremo democraticamente, attraverso il referendum”.

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