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Roma- Viaggio tra le piscine termali libere del viterbese

Sono quattro le pozze termali libere di cui gode il viterbese: il Bagnaccio, le Masse di San Sisto, le Carletti e il Bulicame.
Ma se le prime due ottengono la sufficienza per quanto concerne la gestione e la pulizia, non si può dire la stessa cosa delle ultime due.
Partendo dalle peggiori, visitando le Carletti (site in prossimità del bivio per la strada Tuscanese) ci troviamo di fronte al degrado:bidoni di immondizia strabordanti, bagni chimici non funzionanti, erba incolta, acqua sporca.
Non va meglio al Bulicame, situato vicino all’Orto botanico e allo svincolo della superstrada. Qui l’erba incolta, i servizi igienici scarsi e le piscine sporche e invase da girini, rendono invivibile la tranquillità di molti turisti che scelgono il viterbese proprio per le sue potenzialità naturalistiche.
Carletti e Bullicame, quindi, sono l’emblema di quando le risorse ambientali e turistiche vengono abbandonate a se stesse.  
Altra storia è per il Bagnaccio ed le Masse di San Sisto. Partendo dal primo (sito a 6 km da Viterbo) gode di una buona segnaletica,  di piscine pulite, di ottimi servizi igienici e di un’ampia zona di sosta dedicata ai caravan e alle auto. La sua gestione è affidata ora ai privati ma per volontà del comune continua ad essere ad accesso gratuito, anche se ci si può associare versando 40 euro l’anno per contribuire alle spese di pulizia e manutenzione.
Infine, le Masse di San Sisto – site sulla Cassia nord in direzione Vetralla- anche queste ben curate:  gestite da una associazione culturale, sono gratuite ma c’è la possibilità del tesseramento versando 25 euro l’anno.  I tesserati godono anche di specifici trattamenti come l’accesso alle docce. Una pietra miliare indubbiamente del panorama termale viterbese.
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