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On. Marazziti (Ds): Mentre Europa incoraggia fili spinati, in Mediterraneo si continua a morire

“Mentre in Europa c'è chi soffia sulla paura e incoraggia la creazione di fili spinati e frontiere interne, nel Mediterraneo si continua a morire. E si continua a fuggire perché se non si fugge si muore sotto i bombardamenti, si è schiavizzati o depredati dal Califfato e dalle tante bande di islamisti che vanno dal Nordafrica al Medioriente. Occorre una risposta radicale, coraggiosa, dell'Europa. C'è chi irresponsabilmente pensa che sia giusto gioire del possibile muro al Brennero e si congratula e fa festa con l'Austria, come Salvini e la Lega. E' penoso, oltre che autolesionista: visto che i migranti che dall'Italia che devono e vogliono andare nel Nord Europa, così, restano in Italia. E è vergognoso continuare nella linea “cattivista” che prova a speculare anche su queste morti cercando di
attribuirle all'assenza di “pugno duro” dell'Europa.” “Siamo a un cambiamento epocale -continua Marazziti – sono in corso guerre di inaudita ferocia. Ma l'Europa può accogliere, controllando, verificando, selezionando, in maniera regolare, la massa di profughi più a rischio. Tutte le domande di protezione internazionale rivolte all'Europa sono state 1,4 milioni. Quando nel solo Libano ci sono 1,5 milioni di profughi e altrettanto in Giordania. Con una popolazione che è poco più della Sicilia.
Non lo può fare l'Europa?”
Riferendosi poi alla via indicata da papa Francesco a Lesbo e ai corridoi umanitari aperti dalla Comunità di Sant'Egidio assieme alla FCEI e alla Tavola Valdese, Marazziti ha concluso: “Si può iniziare subito: un centro europeo per la raccolta delle richieste di asilo e un data-base europeo:
così chi entra è già stato verificato, partendo dai nuclei familiari e dai più vulnerabili. Corridoi umanitari con permessi per motivi umanitari, svuotando i campi, con viaggi sicuri. Creazione di un sistema di accoglienza diffuso, con l'inserimento, la scuola di italiano e delle lingue europee nei
vari paesi, il coinvolgimento delle famiglie e della società civile, delle comunità e delle chiese, per un inserimento sociale anticipato. Questo aumenta, non diminuisce la sicurezza, perché svuota i campi profughi e le situazioni di marginalità dove cresce la predicazione del rancore, assieme
alla disperazione. Così rinasce anche l'Europa politica, con chi lo vuole fare, mentre gli altri smettono di accedere ad alcuni dei benefit europei finché pensano solo a interessi nazionali di corto respiro”.

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