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La saggezza delle emozioni

Per tutti quelli che arrossiscono ai complimenti, che ammettono di essere emozionati e provare sentimenti di paura come di gioia, per quelli che nelle situazioni della vita sentono cosa può essere giusto e cosa sbagliato, senza apparente razionalità. Per tutti quelli che nel primo impatto della conoscenza avvertono se possono fidarsi o meno di chi hanno davanti, o semplicemente per tutti quelli che, come i bambini, sentono che l’interlocutore di turno è “buono” o “cattivo”, sorridendo a un passante solo perché sentono che abbia un animo gentile. Ebbene, essi hanno sviluppato una particolare intelligenza, l’intelligenza emotiva. Così l’ha definita Daniel Goleman, scrittore e psicologo statunitense. Spesso abbiamo paura di esternare le nostre emozioni, a volte abbiamo paura di provare paura e soprattutto che gli altri possano avvertirlo. Per Goleman tutto questo può essere una chiave per il successo, se utilizzata con la giusta porta.
Lo scrittore statunitense ha detto: “Le persone competenti sul piano emozionale – quelle che sanno controllare i propri sentimenti, leggere quelli degli altri e trattarli efficacemente – si trovano avvantaggiate in tutti i campi della vita, sia nelle relazioni intime che nel cogliere le regole implicite che portano al successo politico”. Sì, perché se è vero che le emozioni sono dotate di una forza prorompente in grado di spazzare via ragione e obiettivi preposti, è altrettanto vero che possono donarci una marcia in più, quella che può ingranare una comunicazione efficiente, l’auto-motivazione e una migliore reazione agli input che riceviamo dal mondo che ci circonda. Ma come ottenere questa forma di intelligenza? Secondo Goleman, essa è nella natura degli esseri umani. Da bambini è più facile che si manifesti, mentre crescendo sembra che tenda ad eclissarsi, mettendosi rannicchiata in un angolo perché mai interpellata. Ovviamente a favore della “ragione”, quella macchina di ingranaggi che è programmata a spingere sul freno. Sesto senso? Empatia? Istinto fanciullesco che alcuni tengono invece stretto a sé, pare funzioni nel raggiungimento dei nostri obiettivi, se allenata. Le cose fondamentali da fare sono: accettare le emozioni, prestare attenzione al linguaggio non verbale, focalizzare i nostri stati interiori, ascoltare gli altri sospendendo giudizi e pregiudizi cercando di capire cosa ci vogliano realmente comunicare. Una sorta di portale della verità, dunque, che invece di elaborare informazioni in maniera oggettiva e limitata – razionale – produce informazioni sempre nuove e soggettive – emotive – in grado di renderci vincitori nella lotta mente-cuore con noi stessi e gli altri.

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