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Isis – Bomba al Cairo

La violenza del califfato islamico arriva anche nella capitale egiziana dove, nel giorno del quinto anniversario della rivoluzione egiziana, un ordigno è esoloso in un appartamento, causando la morte di almeno dieci persone, fra cui sette agenti di polizia, nella parte occidentale della città.
Secondo le indagini, si sarebe trattato di un incidente urante  la manipolazione di un ordigno all'interno di un covo che, stando alle prime indiscrezioni, era occupato da militanti jihadisti impegnati nella preparazione di un attentato. Oltre ai sette poliziotti e a tre civili, ci sarebbero una quindicina di feriti, secondo quanto dichiara la Procura, precisando che fra i morti ci sarebbe almeno un ufficiale delle squadre di sicurezza che era al comando di un reparto impegnato a fare irruzione all'interno dello stabile nela zona di Giza. Come avviene spezzo, datii tempi ristretti di un'azione del genere, i poliziotti non avrebbero attesi la squadra artificieri, rimanendo investiti dalla detonazione, che ha creato distruzione anche oltre lo stesso apartamento, investendo la strada e tre edifici adiaceneti. Organi delle autorità hanno dichiarato che la polizia era sulle tracce di un gruppo dei “Fratelli Musulmani”, affiliati all'ISis, che nel 2013 erano giunti al potere inel Paese con elezioni molto contestate e che in seguito alla rivolta popolare guidata dai militari, erano stati cacciati e messi al bando, definiti ilegali e catalogati come terroristi. Un affidabile sito egiziano però scrive che i terroristi dell'appartamento nel quartiere di Marioutiya appartengono al gruppo «Ansar Beit el-Maqdes», la formazione che da oltre due anni e mezzo conduce una guerriglia da centinaia di morti nel nord del Sinai e che si è affiliata all'Isis nel novembre scorso 2014.
All'interno dell'appartamento pare sia stati rinvenuto un laptop con fotografie di probabili obiettivi per attentati, fra cui un commissariato do polizia, la Prefettura di Giza e diversi poliziotti. Ribattezzatisi “Welayet Sinai”, i jihadisti avrebbero rivendicato nelle ore precedenti l'uccisione di cinque poliziotti a un posto di blocco di Al Arish, nel nord della strategica penisola al confine con Israele e delimitata dal Canale di Suez. Se confermato, la bomba di Giza sarebbe un segnale che l'Isis non si limita a combattere nel Sinai (dove in ottobre ha rivendicato l'abbattimento dell'aereo carico di turisti russi dando un colpo al turismo, vitale per l'Egitto) ma ora punta con decisione anche sul Cairo.
Quello di ieri è uno degli oltre cnquemila raid della polizia compiuti negli ultimi dieci giorni, per impedire leptoteste contro il presidente Al Sisi in vista del 25 gennaio, anniversario della rivolta che ha portato alla caduta dell'ex presidente Hoshni Mubarak. 

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