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Cassazione Penale- Commette reato chi posta sul Web appelli che inneggiano all'Isis

Roma -E' apologia di reato aggravata dalla finalità terroristica l'accusa per chi pubblica su Internet documenti che inneggiano all’Isis.
Lo ha stabilito la Cassazione penale sancendo la sentenza 47489/15.
Dunque, sarà confermata la misura cautelare degli arresti domiciliari al cittadino marocchino indagato per aver pubblicato, su due siti web, un documento ritenuto di propaganda al Califfato islamico. 
L’indagato cerca di alleggerire la sua posizione dichiarando che il documento messo in rete sollecita solo a un’adesione ideologica dei potenziali lettori allo Stato islamico e alle sue caratteristiche di «stato sociale».
Lo scritto rimanda a siti web dell’Isis e presenta personaggi ufficialmente classificati come terroristi in base ai documenti internazionali.
E' scritto in italiano, e si rivolge a un pubblico di soggetti radicati sul territorio nazionale esaltando la diffusione ed espansione dell’Isis, anche con l’uso delle armi.
Il presidente dello “Sportello dei Diritti”, Giovanni D'Agata, evidenza come con la sentenza della Cassazione “da oggi rischia grosso in Italia, chi pensa di sfruttare i trend digitali del momento a suo favore, serpeggiando tra gli aggiornamenti dei sistemi normativi rispetto al progresso tecnologico, pensando così di promuovere, intimidire, reclutare nuovi simpatizzanti tra i giovani per trasformarli in terroristi”.

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