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Italia – Romania finisce pari: 2-2

Italia – Romania.
La Marsigliese riapre la ferita, il minuto di silenzio cura il ricordo ed evoca il dolore e le vittime, tutte: la strage di Parigi e il rogo di una discoteca di Bucarest.
Poi lo sport riparte, e nel modo migliore, con il tifo caloroso dei 22 mila del ''Dall'Ara''.
Tifo italiano che ha già il primo sussulto dopo 8 minuti, quando Barzagli e Darmian si scontrano lasciando la sfera alla mercé di Stancu, che prende la mira e piazza sul secondo palo la palla del vantaggio.
Conte schiera un 4-2-4 con Florenzi ed El Shaarawy alti a sostegno della coppia Eder-Pellè, ma per i primi 39 minuti l'affondo non arriva, i cross sono imprecisi, Soriano, piazzato al centro con Marchisio, sbaglia troppi appoggi, e la difesa soffre il palleggio rumeno. Gli unici squilli sono un tiro del Faraone e un rigore dubbio su Eder, che invece ottiene il fischio gradito al 60'.
Marchisio spedisce sotto la traversa e l'Italia inizia a crescere, creando un palleggio elaborato che punta a colpire gli avversari sui fianchi, per diventare un pressing aggressivo in fase di riconquista del pallone.
Entrano Montolivo, Okaka, Gabbiadini e la Nazionale mette la freccia proprio con l'attaccante del Napoli, che viene pescato in area da un campanile di Marchisio ed appoggia di testa in fondo al sacco, subito prima di uscire dal campo per una sospetta distorsione al ginocchio che lascia l'Italia in 10, oltre che nervosa.
Nel finale concitato, Chiriches impatta in area, Sirigu non trattiene e Andone fissa il pareggio, il secondo in amichevole in questo 2015 per gli azzurri (Inghilterra), poi solo sconfitte (Belgio e Portogallo).
Manca una vittoria e Conte lo sa:''Mi fa arrabbiare che non riusciamo a vincere gare così. Dobbiamo tirare fuori unghie affilate e loro non si devono avvicinare alla porta. Miglioreremo quando avremo venti giorni per stare insieme''.
L'identità di gioco è il punto forte, dimostrato anche ieri; quando arriverà anche la cattiveria che divide le buone squadre da quelle grandi, potremo toglierci qualche soddisfazione.

 

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