Ancona – Omicidio premeditato o lite degenerata? Il biglietto ritrovato a casa di Antonio Tagliata sembrerebbe indirizzare le indagini verso la seconda ipotesi: ''Confesso l'omicidio di Fabio Giacconi e Roberta Pierini''.
Poche parole che contraddicono le precedenti deposizioni del ragazzo, che aveva riferito di aver sparato per difendersi da un'aggressione di Giacconi, e che ora, invece, ammette di avere scritto quelle righe per scagionare il padre, nei guai con la giustizia, da possibili accuse.
Una tesi, confermata anche dal legale Bartolini, che va a complicare un quadro già intricato a causa del ritrovamento di altre 3 lettere, dove il giovane si scusava con i famigliari per il reato che avrebbe commesso da lì a poche ore.
''La pistola l'ho comprata da un albanese in Piazza Cavour per 450 euro'' avrebbe detto dopo l'arresto, prima di confessare di aver gettato l'arma e i 3 caricatori in un cassonetto.
In attesa dell'udienza di convalida del fermo di domani mattina, rimane in cella, a Camerino, dove sarà in isolamento e sotto stretta sorveglianza, dato le manie suicide che in passato hanno attraversato la mente del ragazzo che, conferma il suo avvocato, non è escluso venga sottoposto a perizia psichiatrica.
Di questa mattina, invece, la convalida del fermo della fidanzata 16enne, accolta nel centro minori di Ancona, dove risulta spaventata dalla piega presa dagli avvenimenti e si dichiara vittima di Tagliata, che nei giorni scorsi l'accusava di averlo plagiato, architettando il delitto.
Un estenuante scarica barile che mette a nudo la perversione di un rapporto simbiotico e malato che, purtroppo, ha tolto la vita ad una donna e lasciato in coma irreversibile un uomo.
L'unica colpa quella di essersi opposti ad una relazione sentimentale tra ragazzini.