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Una vendemmia contro il caporalato e lo sfruttamento

ASTI – Più controlli, una burocrazia più snella. Queste le armi per sconfiggere la piaga del caporalato poste all'attenzione delle autorità in occasione dell'apertura del concorso ecologico nazionale della Doujia d'Or di Asti, tenutasi lo scorso 11 settembre. I partecipanti si sono schierati in difesa delle aziende agricoli piemontesi, che “hanno sempre rispettato le regole e pagato i lavoratori, soprattutto gli stagionali, come previsto dalla legge”, secondo le parole del presidente della Cia astigiana Alessandro Durando, che non ci sta alla “vendemmia criminale” dipinta dai media. La “vendemmia della vergogna” non esiste nemmeno per Massimo Forno e Confcooperative, secondo cui i giornalisti dovrebbero imparare a verificare prima di giudicare. Il presidente della provincia astigiana Marco Gabusi ha invece ribadito la necessità di controlli più severi e lo “snellimento delle pratiche che consentono l'assunzione in regola di vendemmiatori”. Agrinsieme ha poi proposto, congiuntamente alla prefettura di Asti, una “road map” per regolamentare al meglio l'impiego dei lavoratori stagionali stranieri. A un'attività di previsione che chiarisca le disponibilità da attuare prima dell'estate, dovrebbe seguire un controllo a tappeto dei documenti d'identità da parte delle forze dell'ordine, l'istituzione di punti di collocamento lavorativo per regolare i flussi, il reperimento di strutture per ospitare i lavoratori stranieri e l'intervento diretto nei paesi di provenienza per istruire e quantificare i futuri vendemmiatori. Il tutto a servizio delle imprese vitivinicole, “la parte sana della provincia e del sistema vino Piemonte”. 

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