Il tema della legalizzazione della cannabis da sempre ha diviso l’Opinione Pubblica, si pensa che la legalizzazione sia un incitare al consumo, un far divenire lo Stato il primo pusher in assoluto.
In realtà, è l’unico modo per sottrarre alle organizzazioni criminali un mercato nero che non entrerà mai in crisi.
E' proprio grazie ai divieti che il mercato della droga è il più ricco al mondo con un fatturato di 440 miliardi di dollari annui.
Legalizzare non è liberalizzare, significa tenere sotto il controllo dello Stato la produzione, la distribuzione e la vendita dell’ “oro verde”, è vincolare attraverso diritti e doveri precisi.
Dire si all’antiproibizionismo non è sottovalutare gli effetti collaterali dell’uso prolungato delle droghe ma, affrontare il problema usando una chiave di lettura diversa, cioè puntando l’attenzione sul togliere una fetta importantissima di guadagno alle organizzazioni criminali.
E’ stata presentata oggi alla Camera una proposta di legge sostenuta da 218 parlamentari, voluta dall'intergruppo parlamentare guidato dal senatore Benedetto Della Vedova.
Il testo prevede che i maggiorenni “potranno detenere una modica quantità per uso ricreativo: 15 grammi a casa, 5 fuori casa. Sarà possibile coltivare nella propria abitazione fino a 5 piante e detenere il prodotto da esse ottenuto” la vendita dovrà avvenire solo “in negozi dedicati, forniti di licenza dei Monopoli”, niente importazione o esportazione e divieto assoluto per i minorenni. Sì all’autocoltivazione per fini terapeutici, con “modalità di consegna, prescrizione e dispensazione dei farmaci”.
Restano il divieto di fumo nei luoghi pubblici e quello di guida “in stato di alterazione con le relative sanzioni previste dal codice stradale”.
Potrebbe essere un primo passo nella lotta contro il narcotraffico, oltre che una svolta per tutti quei pazienti che usano la cannabis per fini curativi.