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Testamento: dove bisogna firmare?

Se, sul testamento, alla fine del foglio, manca lo spazio per porre la firma, il testatore può metterla anche a lato o in altra parte: ciò, infatti, non rende invalido il testamento olografo. La firma “in calce”, cioè all’estremità del foglio, non è sempre, quindi, elemento indispensabile per rendere valide le ultime volontà. Qualora, infatti, il testo occupi interamente le pagine del documento, le ultime righe dello stesso, con la relativa firma del testatore, possono essere messe in un altro spazio, come – per esempio – a lato del foglio (in prosecuzione dell’ultimo rigo) o con un segno di rimando all’inizio del foglio stesso, all’inizio del testo complessivo. Nella stessa sentenza, la Suprema Corte afferma un altro importante principio: perché una dichiarazione scritta possa valere come testamento non è necessario che essa sia intestata come “testamento” o con 18 formule simili. Anche una lettera privata, infatti, rivolta ai propri figli, potrebbe valere come ultime volontà. L’importante, ovviamente, è che dal testo si evinca chiaramente la volontà del soggetto. Affinché, infatti, si abbia un testamento è necessario soltanto che lo scritto contenga la manifestazione di una volontà definitiva dell’autore, nel senso che essa si sia compiutamente ed incondizionatamente formata e manifestata e sia diretta a disporre attualmente, in tutto o in parte, dei propri beni per il tempo successivo alla propria morte. Si tratta, comunque, di valutazioni che, in caso di contestazioni tra le parti, vengono effettuate dal giudice di primo grado.
Bortolotti & Partners: http://www.studiotecnicobortolotti.it/ 

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