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Il topo morto di Casaleggio

Sul blog di Beppe Grillo appare un dotto e simpatico articolo di Gianroberto Casaleggio che riprende l’idea dl “dowshifting”. Un brano tratto dal suo libro “il web è morto, viva il web”. Downshifting: ovvero la filosofia del consumare meno, dell’essere meno dipendenti dalle sollecitazioni pressoché inutili di una pubblicità ossessiva, per avere più tempo libero. Liberi da quella pubblicità creata con piccoli programmini spioni che devi subire, liberi da quella pubblicità che ti raggiunge, proprio sul tuo schermo, perché hanno spiato i tuoi comportamenti. In effetti, sulla mia schermata ove ero intento a leggere il testo di Gianroberto ho potuto essere informato dal web, in tempo, reale, su alcune importanti notizie del giorno. E ne cito alcune. “dentisti economici a Roma” – “ Android App sono advertising “ – “ De Monte, studio legale “ – “Metti sul tetto 3 Kw” – “ Survey Monky” – “ Come l’Italia uscirà dalla Crisi “ – “ Piano pensionistico “ ed altre che poi mi sono sfuggite perché forse la ruota girava troppo in fretta.. Insomma siamo assaliti dalla pubblicità stile google che ti manda le occasione dei viaggi impossibili perché ti sei guardato degli articoli sui Caraibi, delle occasioni sulle auto impossibili, perché ti sei guardato la pubblicità delle Mercedes, e via dicendo? Basta uscire dalla ruota della sfortuna. Ma Casaleggio non ha considerato il combinato degli effetti Monti-Letta-Renzi- La ruota del topino da anni ha il perno arrugginito e pure grippato, il topino poi, stanco di correre, si è accasciato ed ora, dopo un primo infarto, è sdraiato nella ruota in stato comatoso. E del web non gliene frega più niente. Per vedere i topi comatosi della ruota della sfortuna basta fare un giro notturno alla stazione centrale di Milano: sono sdraiati sui cartoni e non hanno telefonini, tablet, computer e neppure una linea ADSL. In compenso hanno un sacco di tempo libero con pochi appuntamenti alla croce rossa o alla mensa dei poveri. Parliamoci chiaro: il web oggi è come il telegrafo di Marconi del secolo scorso , il telefono di Bell dell’altra epoca: invia dati ed informazioni, trasmette elettroni ma non le molecole. La mattina il latte lo bevi perché qualche allevatore ha munto una vacca, altri lo hanno pastorizzato, confezionato, portato dal grossista ed infine sullo scaffale del tuo negozio. Ed il caffè che ti prendi al bar è stato raccolto in Africa o in America , tostato, macinato, confezionato e via dicendo. Insomma non ti fai un cappuccino con il web. E se la vacca crepa il cappuccino non te lo serve il computer. E neppure il mattone ed il cemento della parete della stanza del tuo ufficio od il tastino di plastica del computer è fatto con il web. E’ ora di comprendere che la vera economia, quella che crea i posti di lavoro, nasce solo perché pochi coraggiosi hanno ancora la volontà di realizzare delle idee, dei prodotti, di intraprendere prendendo dei rischi . I mezzi di comunicazione, web incluso, sono sistemi ausiliari, importanti come le reti autostradali oppure quelle ferroviarie, importanti come le comunicazioni navali od aeree, oppure i servizi finanziari; ma che possono creare solo una ricchezza complementare, riflessa, di servizio, e non un’ economia essenziale. Quella economia essenziale che permette al topo di camminare tranquillo, per i fatti suoi, evitando la ruota della sfortuna. E di decidere, da solo, quando fermare la ruota del suo destino libero. Giorgio Comerio – www.giorgiocomerio.com

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