ITALIA

dall'

Solo notizie convalidate
[wpdts-weekday-name] [wpdts-date]

EDIZIONI REGIONALI

Solo notizie convalidate

EDIZIONI REGIONALI

TUNISIA: ENI in partenza

Tunisi ( Tunisia ) L’ENI era presente in Tunisia da ben ottant' anni con molteplici attività sia nel settore della produzione che in quello della ricerca petrolifera che nella distribuzione dei prodotti derivati. Il gruppo italiano ha deciso di lasciare la Tunisia e le sue partecipazioni con il gruppo di stato ETAP sono in fase di cessione, trasferimento e di vendita. La più interessata al subentro in Tunisia pare sia il gruppo KPS del Kuwait ma, come spesso accade, lasciare la Tunisia non sarà affatto semplice. Infatti la burocrazia tunisina è piuttosto complessa e farraginosa così come il suo sistema doganale. Spesso è accaduto che imprese straniere, anche importanti gruppi internazionali, si siano “intrappolate” in Tunisia con i loro interessi finanziari, le loro strutture, i loro impianti. Nel passato in pratica i gruppi stranieri erano “fagocitati” dal clan dei Trabelsi, i voraci famigli del Presidente, ora invece, pare anche molto spesso, dai voraci burocrati. Per ora sembra che siano richiesti dei controlli finanziari da parte della Corte dei Conti sui bilanci presentati ma, è cosa nota, in realtà questo sarà solo il primo passo di una lunga serie di intoppi e di ritardi frapposti all’uscita dal paese e creati, magari, per favorire proprio il gruppo KPS od altri più graditi ad ETAP, la compagnia petrolifera dello stato Tunisino. D’altra parte da diversi mesi vi è un vago contenzioso “sommerso” fra le compagnie petrolifere straniere ed il governo tunisino alla disperata caccia di quattrini. La ricerca di nuovi fondi che, inizialmente, pare si fosse orientata verso le compagnie petrolifere straniere che pero’, a loro volta, hanno fatto capire di poter rallentare, se non modificare, i piani degli aiuti finanziari che l’Europa ha messo in campo per assistere le finanze Tunisine. A questo punto le mire del Governo Tunisino, cosi’ come le idee di modificare le royalties, sono state bloccate.

Attualmente vi è aria di dismissioni: già il gruppo petrolifero En Quest ha lasciato la Tunisia e, da voci del settore, sembra che la Shell si stia organizzando per una onorevole partenza.

Le perforazioni e le esplorazioni dell’ENI non hanno dato esiti particolarmente interessanti, ma non solo. Secondo la corte dei conti Tunisina l’ENI ha accumulato ritardi variabili dai sei a quattordici anni nelle verifiche contabili, verifiche relative alle produzioni dei campi di Baguel, Franig, Ouedi Zar, Adam e Jebel Grouz. In linea di massima vi potrebbero essere verifiche contabili su circa 600 milioni di euro. Non solo. La cessione di quote ENI non è una cosa facile in quanto è soggetta alla autorizzazione del ministero dell’Industria. Ricordiamo che in Tunisia molte attività non sono libere ma sempre soggette ad autorizzazioni ed a benestare non solo per il loro avviamento ma anche per la loro cessione. Questo era il sistema preferito dal clan presidenziale per accumulare fortune e ricchezze.. Le motivazioni sono anche, a dir poco, bizzarre ! Una di queste é che la società acquirente delle quote ENI debba dimostrare al Ministero dell’Industria Tunisino di essere in grado di mantenere i suoi impegni.. industriali. Come se un gruppo petrolifero, magari come KPS, spendesse milioni di euro per comprare delle quote ENI giusto giusto per fare un piacere agli azionisti ENI e non per pompare gas oppure petrolio. La realtà è che ormai prezzi dell’energia in ribasso, la scarsa produzione, i continui scioperi, l’insicurezza degli impianti, l’aleatorietà della politica, non sono più giustificabili. I rischi d’impresa non sono più sopportabili ed i risultati non più convenienti. Giorgio Comerio www.giorgiocomerio.com

Facebook