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Caso Lupi – “Chiarisca la sua posizione”. Bagnasco: “Corruzione ormai è regime”

In Parlamento oggi c'è un motivo di confusione e subbuglio in più, e fra i deputati e senatori c'è chi comincia a chidedere le dimissioni del ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, che al momento non risulta indagato. Di certo entrambe le Camere di governo pretendono che Lupi chiarisca ufficialmente la propria posizione in merito all'inchiesta nella quale figurerebbero telefonate per chiedere favori a vantaggio del figlio, portata avanti dalla Procura di Firenze, sulla gestione illecita di appalti per Grandi Opere. Al momento, le indagini hanno condotto all'arresto di quattro persone e all'iscrizione nel registro indagati di altre 51.
Il ministro Lupi replica affermando la totale estraneità e dichiara di non avere alcuna intenzione di dimettersi, denunciando la manovra politico-elettorale contro la sua persona in atto nella regione Lombardia. Da parte loro, Angelino Alfano e gaetano Quagliariello, vertici di NCD, hanni ribadito l'assoluto a Maurizio Lupi.
Nella vicenda entra anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e vescovo di Genova: “Gli onesti non si deprimano, ma continuino a lvivere e lavorare con rettitudine, e se devono protestare o criticare, che lo facciano con modi corretti, denunciando questi esempi che fanno pensare al sistema della corruzione come a un sistema di regime. Purtroppo lo spettacolo che abbiamo di fronte è davvero deprimente, e inoltre sembra in continua crescita. Bisogna reagire soprattutto senza lasciarsi prendere dallo scoramento, specialmente chi ha delle responsabilità della Cosa Pubblica“.
Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Del Rio, da parte sua dichiara: “Restiamo ai fatti, Lupi non è indagato. Faremo dele precise valutazioni a livello politico, ma ci vuole il tempo necessario per analizzare tutti gli aspetto della questione. Per quanto riguarda eventuali dimissioni, solamente Lupi potrà prendere una decisione in merito“. Intanto, per quanto riguarda il ministero delle Infrastrutture e Trasporti, è stato arrestato Ettore Incalza, uno dei principal manager del ministero stesso, che di conseguenza ha coinvolto Maurizio Lupi.
Con Incalza, in carcere è finito l'imprenditore Stefano Perotti, mentre il presidente di Centostazioni SpA Francesco Cavallo, e Sandro Pacella, stretto collaboratore di Incalza, sono agli arresti domiciliari, con procedimento eseguito dai Carabinieri del ROS che hanno incentrato le indagini specialmente sulle tratte ad Alta Velocità delle ferrovie, sul Palazzo d'Italia per l'Expò di Milano, e sull'autostrada Mestre-Orte, ma sotto i riflettori c'è molto altro.
L'operazione delle forze dell'ordine, denominata “Sistema” coinvolge attualmente altre 51 persone che sono state iscritte agli atti come indagate, e fra loro figura anche Rocco Ghirlanda, in passato Sottosegretario alle Infrastrutture nel governo di Enrico Letta, al quale sono contestati il reati di induzione indebita e corruzione. Perquisizioni e accertamenti sono stati effettuati e sono in corso, presso le sedi di diverse realtà commerciali e industriali fra cui Anas Inetrnational Enterprise, Ferrovie Sud-Est, Consorzio Autostrade Civitavecchia, Autostrada Regionale Cispadana, Autorità Portuale Nord Sardegna, e gli uffici dello stesso Ministero dei Trasporti. Nucleo del sistema illecito, evidenziato dalle indagini coordinate dal procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, sarebbe la società Green Field che fa capo a Stefano Perotti, e un sistema di percezione compensi che avrebbe generato un giro di affari per oltre 690mila euro solo fra il 1999 e il 2012, ma il valore complessivo degli appalti ruota intorno alla più che rispettabile cifra di 25 miliardi, secondo quanto dichiarato dal comandante del ROS, Mario Parente.
Maurizio Lupi, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe coinvolto con il figlio Luca. I due avrebbero ricevuto alcuni regali (abiti di alta sartoria e orologi Rolex), ma ci sarebbe anche il parlamentare Vito Bonsignore, ex UdC e oggi nelle file di NCD.
Gli inquirenti starebbero ricostruendo l'intero meccanismo di corruzione e assegnazione appalti, e si attendono sorprendenti novità. Non è escluso il coinvolgimento di altri nomi eccellenti.
Il segretario della Lega, Matteo Salvini, afferma che in quest'ottica, Lupi non dovrebbe più fare il ministro, ma punta il dito anche contro il suo diretto referente politico, Angelino Alfano.
Voci di corridoio affermerebbero che il premier Matteo Renzi starebbe già valutabndo la possibilità di sostituire Maurizio Lupi con Michele Emiliano, ex sindaco di Bari ed ex magistrato, ma non esistono conferme in merito.

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