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Isis – Come e perché

Mentre continua, purtroppo ormai quasi giornalmente, la diffusione di immagini atroci, l'ultima delle quali riguarda la terribile esecuzione del pilota giordano Muadh al Kaseasbeh bruciato vivo in pubblico (vedi foto), l'Occidente non cessa di farsi domande che non hanno ancora risposta: chi sono i miliziani dell'Isis? Da dove arrivano e cosa vogliono, e soprattutto, perché?
L'Islam è la chiave di tutto, e nel contempo, l'obiettivo di tutto. Un Islam che da sempre rimarca le proprie contraddizioni interne, prima della guerra santa proclamata contro l'Occidente, e nel quale il sedicente Califfato Islamico di Al Baghdadi combatte una guerra su molteplici fronti, cercando di raccogliere consensi fra gli stessi confratelli. Una è la guerra contro gli infedeli all'interno dello stesso mondo islamico, in prevalenza sunniti contro sciiti e contro le molte minoranze, in atto da centinaia di anni; e la guerra contro il mondo occidentale interpretato come civiltà corrotta solo per il fatto di non condividere la fede musulmana.
I recenti fatti di Parigi e le molte altre iniziative isolate o meno, contribuiscono ad accrescere la paura della gente, che probabilmente non conosce le vere ragioni di quanto sta succedendo, per il fatto che le motivazioni sono da ricercare in una cultura e in una storia fin troppo distante dal nostro modo idi interpretare e intendere l'esistenza e la fede. Quello che interessa però sono le consguenze che possono riversarsi in casa nostra, per fronteggiare le quali sembra che le misure anunciate dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano, siano del tutto insufficienti, se non imbarazzanti. Di certo non bastano le espulsioni forzate di sospetti terroristi. Da temere non sono coloro le cui facce e note personali sono note alle autorità. La paura viene da chi non si conosce, da chi, anonimamente, potrebbe causare guai seri. E' la dimostrazione di una sorta di inesplicabile incapacità di chi dovrebbe proteggere la comunità, e che si trova impossibilitato a raccogliere il filo conduttore della situazione a causa di una straordinaria confusione. E da amministrare c'è anche la crisi in Ucraina, non certo da sottovalutare. In questo senso, però, l'Italia ha fatto una magra figura, per il fatto che la tanto celebrata Federica Mogherini, responsabile della politica estera dell'Unine Europea, non è stata minimamente considerata nel gioco dei grandi che stanno conducendo trattative diplomatiche per cercare di risorvere una irrisolvibile crisi. Al vertice di Minsk, in programma per mercoledi 11 febbraio, ci saranno Putin, Merkel e Hollande. Mogherini dovrà stare a guardare.
Per tornare alla questione Isis, la gente vorrebeb anche risposte in merito a chi o cosa c'è dietro il califfato; chi procura soldi e armamenti ai miliziani, perché e in base a quali elementi questi guerrieri si mostrano a tal punto privi di scrupoli anche nell'uccidere? Come mai non hanno pietà nemmeno di bambini che, lontano da ogni idealizzazione, guardano innocentemente una partita di calcio?
Le probabili cause della situazione attuale sono comunque da ricercare nel vuoto totale di elementi di pacificazione che la coalizione internazionale ha lasciato in Iraq dopo la guera di Bush padre e figlio, come in Afghanistan, nonché nel disinteresse assoluto nei confronti della guerra fratricida in Siria. La causa è soprattutto il silenzio dell'Occidente nei riguardi di massacri indiscriminati. E con il silenzio anche l'impotenza, che a volte fa anche fin troppo comodo.

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