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Nella soleggiata giornata del 15 Dicembre, a Capo Granitola, costa sud della Sicilia, a due passi da Mazara del Vallo, si è tenuta la giornata “evento finale” del progetto BIOforIU dedicato alla formazione dei ricercatori ed allo sviluppo di nuove ricerche, sviluppo ottenuto con l’ausilio di una serie importante di attrezzature operative in mare e di una nutrita serie di laboratori a terra. L’attività del centro di Capo Granitola si svolge nella splendida area di una ex-tonnara ormai in fase di totale ammodernamento e restauro, area dotata di un moderno sbocco a mare. Il Centro è infatti collegato ad un suo porto, con banchine di ormeggio, e con moli di fruizione esclusiva, ed é dotato di due imbarcazioni, la “Sanzo” e la “Cerruti” atte alla ricerca in alto mare, oltre che ad un motoscafo per collegamenti rapidi. Il centro ha avuto, come spesso accade in Italia, una gestazione lunga e non facile. Per il disbrigo di tutte le pratiche necessarie sono stati “spesi” ben cinque anni e coinvolti circa dodici uffici diversi – ai vari livelli – dell’amministrazione dello Stato. Uffici quasi sempre non connessi fra di loro. Operazione di certosina pazienza condotta dal Dott. Salvatore Mazzola alla ricerca del percorso più semplice per arrivare alla destinazione finale: la fruibilità del complesso. Nel corso della giornata sono stati presentati alcuni lavori di indubbio interesse. Il prof. Alberto Basset ha illustrato, con significativi dati, l’attuale effetto dell’uomo sul pianeta terra ma anche, come interessante variabile, anche gli aspetti “positivi” dell’intervento umano. Ha citato esempi di regolamentazioni emesse a protezione dell’ambiente già nel 1200 dalla Repubblica di Venezia, ed altri interventi d’epoca Romana nell’attuale area di Sabaudia. Insomma non solo gli ormai noti aspetti negativi ed apocalittici, ai quali siamo ormai abituati, ma anche alcune note storiche e pure positive: una goccia di sollievo di archeologia ambientale condita da alcune osservazioni di indubbio interesse e di sottile arguzia geo-politica. Il Dott. Mazzola ha poi illustrato la struttura ed i mezzi attualmente disponibili, mezzi che potranno essere messi a disposizione anche di società private. Insomma il centro di Granitola potrà collegare le sue attività di ricerca a progetti di aziende private che, a loro volta, potranno avvalersi del centro di ricerca per fruire delle strutture esistenti e del personale presente. Un’ottima opportunità per lo sviluppo della zona, del Comune di Campobello di Mazara, e delle aziende impegnate in attività legate al mare, come la filiera della pesca e le attività della cantieristica navale. Due settori di antica eccellenza di Mazara del Vallo, ora pero’ in declino, settori colpiti dalla crisi generale del comparto della pesca. E’ stato presentato poi uno studio, del Dott. Antonio Bellante, nel quale sono stati messi in evidenza i risultati delle analisi compiute sui cetacei spiaggiati. Le analisi hanno riscontrato un alto livello di mercurio nella massa cerebrale. Mercurio parzialmente neutralizzato dal Selenio e da altri inibitori ma probabile causa della perdita di orientamento, dello spiaggiamento e della morte dei cetacei stessi. Il secondo intervento è stato quello della ricercatrice Lea Roselli che ha sviluppato una interessante metodologia per la valutazione della massa degli elementi biologici presenti nel fitoplancton, sviluppando alcune formule di calcolo del volume e di analisi delle immagini tridimensionali realizzate tramite la sommatoria di multiple sezioni dell’immagine. Gli elementi presenti nel fitoplancton, la loro densità, il loro evolversi nel tempo, sono delle vere e proprie “cartine di tornasole” per la valutazione dello stato di inquinamento dell’ambiente marino. Infatti il fitoplancton produce quasi la metà dell’ossigeno del nostro pianeta ed è alla base catena alimentare degli eco-sistemi acquatici. La moderna modellazione matematica tridimensionale, mediante calcolatori sempre più potenti, permette di assemblare delle “nubi” di “voxel” ( pixel tridimensionali” ) in grado di ricreare l’immagine computerizzata degli elementi presi in esame. Le immagini computerizzate possono essere facilmente memorizzate ed utilizzate per creare una biblioteca utile per la catalogazione ed il riconoscimento automatico degli organismi autotrofi ( Diatomee, etc. ) Al riguardo è in corso di realizzazione una apposita strumentazione di acquisizione dei dati video tridimensionali utili per la successiva elaborazione e modellazione matematica. La giornata si è conclusa con la visita ai vari laboratori attualmente operativi: bioacustica, studio della biodiversità con metodi non-distruttivi, delle apparecchiature imbarcate sulla due imbarcazioni da ricerca, la “Sanzo” e la “Cerruti”, il laboratorio di Tassonomia, il laboratorio per lo studio della biodiversità ittio-planctonica, il laboratorio mobile per lo studio dei mesocosmi, il laboratorio delle reti trofiche. Nel prossimo futuro, spazio permettendo, potrebbe esserci anche l’allestimento di una piccola area-museo con la raccolta dei principali reperti. Infine ricordiamo che il Centro ha in fase di acquisizione, mediante gara, di diverse attrezzature, fra le quali segnaliamo un veicolo subacqueo a controllo remoto in grado di operare su fondali fino a 1000 m. L’innovativo AUV – Autonomous Underwater Vehicle – avrà un carico utile di 30 Kg, e sarà dotato di una avveniristica sensoristica di acquisizione dati. Giorgio Comerio – www.giorgiocomerio.com

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