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Tunisia – Il buco nero e l’Angelo dell’ ascensore.

Tunisi ( Tunisia ) Una rivoluzione senza epurazione è una rivoluzione giunta solo a metà della sua strada, una speranza monca, un mezzo sogno interrotto da un brusco risveglio. E’ il caso del sogno della primavera Tunisina. La gestione del Ministero del Commercio ne è un esempio. Ai tempi del dittatore Ben Ali’ era decentemente ben organizzato, con una struttura comunque valida e ben rodata e sensibile al quattrino quel tanto che bastava a far “correre le pratiche” in cambio di qualche mancetta. Cose comunque da poco conto. In effetti, durante le giornate della rivoluzione, il palazzotto grigiastro di Rue de Syrie, nel centro di Tunisi era stato preso d’assalto da un bel numero di tunisini inferociti da anni di ostacoli, dinieghi, angherie, favoritismi, lungaggini, create solo a favore del clan Presidenziale della famiglia dei Trabelsi. Ma gli stessi impiegati, le stesse procedure, gli stessi moduli sono ancora nello stesso posto. Gli impiegati si erano presi sono qualche settimana di vacanza.. Facciamo un semplice esempio valido ancora oggi. Uno straniero, un investitore, oppure un qualsiasi tunisino in arrivo dall’Europa con una sua automobile, regolarmente pagata in Europa con pure tanto di IVA, vuole venderla ad un tunisino, magari ad un parente povero ? Quasi impossibile. Documenti doganali, certificati, restrizione ne bloccano, ancora oggi, il trasferimento di proprietà . Perché ? Per far vendere le auto dai grandi concessionari, tutti nelle mani dei Trabelsi prima, di pochi eletti ora. Impedimenti decisamente stupidi, visto che chi vende ha già pagato in euro la vettura, e quindi non vi è un nuovo esborso di valuta pregiata da parte delle finanze Tunisine. Non solo. Chi vende incassa pure dinari tunisini, una valuta non spendibile all’estero, di scarso valore economico, di nessun vero interesse commerciale e che quindi alla fin fine andrà ad avvantaggiare solo e proprio la Tunisia. Le stesse complicazioni sono messe in atto per tutte le licenze, siano esse di importazione di prodotti nuovi che di prodotti usati già pagati e messe in atto anche per l’esportazione di un gran numero di prodotti, inclusi quelli agricoli oramai “contingentati”. Basta andarsi a sedersi sulle seggiole al primo piano del Ministero in Rue de Syrie ed ascoltare i questuanti al bancone: quasi mai i documenti vanno bene. Manca un certificato, manca un timbro delle dogane, un bollo da cinque dinari, manca un permesso di qualche altro ministero. Il malcapitato di solito poi discute con il “capo ufficio” al piano terreno, un bilioso impiegato che ti rimanderà ( se sei straniero e con l’aria decentemente benestante ) ai piani superori. Terzo piano, quarto piano: una ventina di uffici dei quali quattro o cinque abitati, gli altri vuoti. I responsabili: chiusi a chiave. Per raggiungerli bisogna aggirarsi nei corridori a beccare la porta di servizio. Il mega direttore super galattico ? Sempre disponibile ma per due o tre giorni la settimana è in riunione ( e non si sa mai quando finiscono ) e negli altri tre giorni fuori sede, in missione, presso un altro ministero. Diventa obbligatorio affidarsi alla segretaria, considerare un piccolo ricordino per una telefonata che ti vada ad annunciare la data e l’ora del tuo appuntamento. Insomma un tragico buco nero di depressione e di sconforto senza tempo, nel quale per una terminare una misera pratica si perdono settimane. Il ministero del Commercio è uno dei due artigli che soffocano l’economia Tunisina, l’altro sono le ben note Dogane. E quando il malcapitato inizia a gridare “ ma soffoco !” ecco che magari arriva pure il ministero degli interni a tappargli la bocca. Una situazione sconsolante che alcune volte pero’ non è così tragica. Un lumicino compare spesso nel buco nero del Ministero del Commercio: lo si trova in ascensore. Se siete decentemente vestiti, magari stranieri, con un’aria sufficientemente disperata – cosa assolutamente normale date le circostanze – ecco che nei sali e scendi dei due ascensori trovate un gentile impiegato che è pronto a darvi indicazioni, a fornirvi spiegazioni, ad assistervi psicologicamente. Se il vostro incontro avviene verso la fine della mattinata, poco prima della pausa pranzo, invitate il vostro angelo custode a mangiare qualche cosuccia in uno dei tanti ristorantini nei dintorni di Rue du Royame d’Arabie Saoudite, Rue de Syrie, Rue d’Irak. Ed ecco che il miracolo dell’angelo dell’ascensore si materializza. Con qualche manciata di dinari oppure, nei casi più difficili, con qualche biglietto da cinquanta euro, l’angelo dell’ascensore si prenderà l’incarico del disbrigo del vostro “dossier”. In un paio di giorni, avrete il vostro incarto miracolosamente pronto e timbrato e pure anche firmato proprio da quel bilioso “capo ufficio” del piano terreno. Chissà pero’ che magari un giorno qualcuno non arrivi a bussare alle porte del Ministero del Commercio. E noi vedremo se chi andrà ad aprire sarà il “capo ufficio” del primo piano oppure l’angelo dell’ascensore. www.giorgiocomerio.com

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