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Due lampioni e la casa del popolo lavoratore.

Tunisi ( Tunisia ). La vecchia casa del popolo lavoratore ha ormai trent’anni. Il tetto ha le tegole sconnesse, i muri portanti le crepe e quindi portano sempre meno, i rubinetti perdono e le porte scricchiolano. La luce è fioca, molto naturale ma ancora a gas. All’esterno, la sera, per arrivarci , bisogna stare attenti. Due vecchi lampioni, rigorosamente a gas, non illuminano poi molto l’ospite intirizzito che arriva nella notte. E che poi non si capisce mai bene chi arriva a bussare alla porta. Cosa ne facciamo ? Un bel restauro per “rimetterla come prima” , magari un piccolo museo con guardiano, direttore a tempo indeterminato e biglietto da pagare all’ingresso ? Oppure magari una bella rimodernata, una messa a norma, nuovi infissi e tubature ecologiche e pannello solare sul tetto ? Magari aria condizionata e riscaldamento centralizzato ? Ipotesi costosa e con tempi lunghi.. Oppure una bella soluzione “ ecologicamente corretta ” ? Una bella ruspata e via tutto. Al suo posto un bel prato verde, un giardino per i piccini – che non ci sono- con le aiuole per i nonni – che ce ne sono sempre di più – e panchine per i poveracci senza tetto che dormono sotto le stelle, e che quelli si’ che non mancano mai. La casa del popolo lavoratore, al numero 18 del viale dell’industria sfuggita, inizia ad avere qualche problemino. Ma perché questo articolo 18 non puo’ tutelare i lavoratori ma anche i datori di lavoro ? Nessuno investe in Italia non solo per le tasse esagerate, non solo per la burocrazia asfissiante, non solo perché te ne vai a New York e paghi zero imposte per i primi dieci anni di attività.. ma anche perché quando non si vende, quando le cose vanno male, quando i clienti non ti pagano, quando le banche non ti aiutano, non puoi trasferire l'assunto altrove, non lo puoi cambiare di mansione, non lo puoi mandare via anche pure con una lauta liquidazione. Come si è sempre detto: in Italia è più facile divorziare dalla moglie che licenziare un lavoratore. Resta solo il fallimento. Che infatti puntualmente avviene al ritmo di migliaia di imprese all’anno. L'art. 18 và semplicemente modificato a garanzia anche del datore di lavoro, di colui che lavora tutto l'anno per pagare uno Stato ladrone che si fotte ben sei mesi di guadagno su dodici del suo lavoro, e che chiede le imposte sui profitti futuri già un anno prima che essi – forse poi – magari pure avvengano. E sempre che tu ci riesca, appunto, a non fallire prima. Perché è proprio questo imprenditore, innovatore, pazzerellone masochista e sconsiderato giocatore d’azzardo, che , alla fine del mese, paga lo stipendio ad uno che lavora per lui otto ore al giorno ed un altro stipendio pieno ad un altro ignoto personaggio che non ha mai lavorato per lui, nello specifico, e per nessuno più in generale. E che poi pure finanzia uno Stato che quando lavori per lui non ti paga mai nei tempi concordati ma l'IVA la vuole lo stesso, e pure subito. E che ti considera, comunque in prima battuta, pur sempre un evasore fiscale. Perché i migliaia di disoccupati non si mettono in proprio, in cooperativa, a fare impresa, ad innovare, ad assumere ? Hanno tutti paura del caro vecchio articolo inesistente? Del pizzo, della GdF che ti visita a sorpresa, delle imposte da pagare, improvvisate all’improvviso ? Malta é molto vicina all’ Italia, non ha petrolio e non ha niente di speciale. Ma le imposte sono il 10% sui profitti e pure con numerose deroghe e nessun Maltese scappa a lavorare in Italia per essere protetto dal gonnone della grande mamma, quella dell’articolo inesistente. In compenso molti imprenditori Italiani scappano ad intraprendere a Malta. Provate a fare due chiacchierate con un Maltese. Quasi tutti capiscono bene l'Italiano. Una gita sociale a Malta potrebbe essere utile a molti sindacalisti: sarebbe la volta buona che si illuminano d'immenso. E cosi’, improvvisamente illuminati , saranno magari capaci di spegnere tutti i lumini delle stanze ormai vuote della casa al numero diciotto. Ed anche i due vecchi lampioni, guardiani fedeli ma ormai inutili di un popolo lavoratore che non esiste più, potranno riposare, finalmente, nella loro prima notte, al buio delle stelle. Giorgio Comerio www.giorgiocomerio.com

 

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